Roma, 21 dic. (askanews) – “L’ormai consolidata qualità delle nostre politiche di bilancio e del complesso delle politiche con cui ci esprimiamo è, ancora una volta, messa al servizio di tre obiettivi che consideriamo irrinunciabili: non lasciare indietro nessuno, rafforzare i servizi per la salute, essere il primo sostegno per chi vuole crescere e far crescere la sua comunità”, ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, commentando il voto favorevole del Consiglio regionale pugliese, espresso all’una e un quarto della notte, che ha concluso l’esame della Legge di stabilità regionale 2024 e del Bilancio di previsione della Regione Puglia per l’esercizio finanziario 2024 e pluriennale 2024-2026, dopo avere approvato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza Regionale 2024-2026.
“I pugliesi sanno di poter contare, anche per l’anno prossimo, su una Regione Puglia attenta a soddisfare tutti i bisogni primari, senza aumenti delle tasse, anzi: esentiamo dal pagamento dell’IRAP gli enti del terzo settore che integrano e spesso suppliscono a servizi essenziali per tutti noi”, ha detto l’assessore regionale al Bilancio Raffaele Piemontese con riferimento a un provvedimento che riguarda “volontari, associazioni, enti senza scopo di lucro che svolgono attività di interesse generale integrate positivamente con tutte le politiche regionali, da quelle più attinenti al welfare a quelle dello sport: un’integrazione che si è resa ancora più osmotica durante la dura fase della pandemia che ha scosso le nostre comunità”.
Gli enti del terzo settore non pagheranno l’IRAP, soprattutto ne saranno sgravati tutti i servizi che erogano, integrandosi sussidiariamente con il sistema del welfare dei diversi Ambiti Territoriali Sociali, come sarebbe accaduto in automatico e all’improvviso con il varo del pacchetto fiscale del governo nazionale.
Nel bilancio 2024 non diminuiscono le risorse a sostegno di tutte le politiche sociali. Anzi, con un milione di euro, si finanzia una nuova misura con programmi di microfinanza, inclusi quelli relativi al microcredito sociale, quale strumento di lotta alla povertà e all’esclusione sociale attraverso servizi finanziari e non finanziari destinati a soddisfare bisogni primari come spese mediche, canoni di locazione, tariffe per l’accesso a servizi pubblici essenziali, quali i servizi di trasporto e i servizi energetici, spese necessarie per l’accesso all’istruzione scolastica.
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