Roma, 20 dic. – Malattie non trasmissibili (NCD) e politiche di prevenzione
Buongiorno e benvenuti alla nuova puntata di Askanews EU Verified Series. Nella scorsa serie abbiamo intervistato membri del Parlamento Europeo sulle priorità della commissione ENVI e sulle sfide che attendono l’Europa nell’attuazione dello Europe’s Cancer Plan, il piano di lotta contro il cancro. In questa nuova serie di interviste discuteremo dell’iniziativa Healthier Together della Commissione europea, dei progressi compiuti nella prevenzione e riduzione dei danni derivanti dalle malattie non comunicabili, o NCD, e cosa possiamo aspettarci dopo l’approvazione del Rapporto dedicato da parte del Parlamento europeo.
Sono Lorenzo Peiroleri, redattore di Askanews, e ho il piacere di ospitare la prima intervista con il nostro ospite, l’eurodeputato del gruppo Conservatori e Riformisti Europei Pietro Fiocchi, membro della Commissione ENVI e della Sottocommissione SANT. Buongiorno dottor Fiocchi.
Fiocchi: Buongiorno a tutti.
Il Parlamento europeo ha appena approvato in plenaria il Report “Malattie non trasmissibili”. Si fa riferimento a quelle malattie che non si trasmettono da persona a persona, come ad esempio malattie cardiovascolari, tumori, diabete e malattie respiratorie croniche. Quali sono per lei i risultati più rilevanti di questa relazione?
Fiocchi: Diciamo che questo voto ha confermato quella che è stata la relazione del BECA, cioè la strategia europea contro il cancro. Per cui è vero che NCD si allarga perché non affronta solamente il cancro, ma anche tutta un’altra serie di malattie molto importanti, tra cui quelle cardiovascolari, che sono la causa principale di morte in Europa, ancora di più del cancro. Però comunque è stato confermato l’approccio del BECA, e questo è molto interessante. Ci sarà da fare un lavoro grosso a livello europeo perché ricordiamoci che l’Europa non ha potere giuridico sulle decisioni sanitarie degli Stati membri o delle Regioni, ma sicuramente può dare una spinta molto grossa con le strategie e, soprattutto, può mettere in campo i fondi per fare le azioni necessarie per andare nella direzione giusta.
La promozione di uno stile di vita sano e una diagnosi precoce sono due fattori cruciali al fine di ridurre la prevalenza delle malattie non trasmissibili. Crede che questi siano temi su cui non c’è ancora abbastanza sensibilità a livello europeo?
Fiocchi: Sicuramente non c’è abbastanza sensibilità, ma è una mia opinione. Soprattutto su quella che è la formazione sugli stili di vita. Per fare prevenzione di queste malattie bisogna incominciare la formazione addirittura a livello di scuole elementari, cosa che non si fa ancora in nessun Stato europeo. Poi chiaramente c’è anche l’altro tema, che è molto importante, che è la questione dei controlli sanitari su queste malattie. Io sono particolarmente focalizzato sugli screening oncologici e devo dire che l’Europa purtroppo è a macchia di leopardo, nel senso che su certe tipologie di cancro ci sono screening oncologici sulle popolazioni a rischio del 95%, mentre su altre aree sono al 5% con le conseguenti relazioni sulla mortalità di queste tipologie di malattie. Anche su questo dobbiamo veramente lavorare molto.
Ritiene che un approccio incentrato sulla condivisione delle migliori pratiche tra gli Stati membri sia un metodo valido per accelerare l’efficacia delle misure di prevenzione e anche le pratiche più innovative?
Fiocchi: Sì, sono un forte sostenitore della condivisione. E tra l’altro c’è un programma bellissimo dell’Europa che si chiama Best Practice. Si portano soldi europei nelle Regioni per sviluppare il protocollo corretto per avere i migliori risultati su certe tipologie di patologie, e nel caso di successo poi viene esportato in tutte le altre Regioni europee. In questo credo molto perché, veramente, come dicevo prima, c’è una differenza incredibile nel trattamento di certe malattie a seconda delle Regioni. E non sto parlando solamente dell’Italia con le solite cose tipo la Lombardia è brava e la Calabria non va bene. Ma anche nella stessa Germania, ci sono regioni dove veramente sono messi malissimo. Per cui da questo punto di vista uniformare l’Europa sul controllo, lo screening e la cura di queste malattie sarebbe spettacolare. Il programma Best Practice europeo è veramente eccezionale.
Fra gli emendamenti da lei presentati e votati in commissione ENVI, alcuni fanno riferimento alle politiche di riduzione del danno. Crede che tale principio possa essere la chiave per raggiungere obiettivi tangibili in termini di prevenzione?
Fiocchi: Ma allora la questione della riduzione del danno è fondamentale perché purtroppo, che ci piaccia o no, l’uomo è una “brutta bestia”, nel senso che comunque continuerà a fumare, bere alcolici e ad avere tutta una serie di comportamenti sbagliati dal punto di vista della salute. Per cui vietare è impossibile, perché altrimenti diamo spazio a organizzazioni criminali piuttosto che a comportamenti ancora peggiori. Per cui secondo me è importante dare invece delle alternative che sono meno dannose. Per cui la riduzione del danno, non la cessazione del danno, sarebbe già un passo in avanti perché se guardiamo alle valutazioni di impatto stimate dal BECA, cioè la strategia europea contro il cancro, con la sola riduzione del danno e con interventi sulla prevenzione, si possono salvare 3,5 milioni di vite in Europa entro il 2035.
In un emendamento da lei presentato, che poi è entrato a far parte del testo finale, riconosce il ruolo delle sigarette elettroniche come mezzo per smettere di fumare. Come giudica il percorso fatto da questa legislatura nel regolamentare le nuove categorie di prodotti legati al tabacco?
Fiocchi: Questa è stata una battaglia che io ho fatto perché ci sono studi scientifici che indicano che le alternative al fumo tradizionale danno meno possibilità di sviluppare il cancro al polmone. Quindi, da questo punto di vista, per me sono perfettamente in linea con le indicazioni della strategia europea contro il cancro di riduzione del rischio. Per cui ben vengano. L’importante è che si continui il trend che stiamo vedendo, cioè fumatori tradizionali che si spostano verso alternative al fumo per cui riducono il rischio. E questo è importante. Ma su tanti di questi argomenti, come ad esempio sull’alcol, c’è stata una distinzione importante, secondo me veramente topica e critica nella discussione, fra l’uso smodato e l’uso moderato. Perché da una parte abbiamo l’uso moderato, che tra l’altro rientra addirittura nella dieta mediterranea tanto pubblicizzata come una delle diete migliori per ridurre i problemi cardiovascolari, e l’uso smodato. Un conto è bere un bicchiere di vino a tavola e un conto farsi nove gin tonic al mattino presto. Ecco, ci sono delle differenze grosse anche sull’utilizzo di queste sostanze.
Il Parlamento ha ribadito la propria posizione precedentemente stabilita nel Beca sui temi della salute. Ritiene che questo sia un chiaro segnale che la Commissione dovrà considerare nella formulazione di successive proposte legislative?
Fiocchi: Certamente. Da un lato vedo con grande piacere che molto probabilmente nella prossima legislatura toglieranno tutta la parte sanità dalla commissione ENVI, cioè Commissione Ambiente e ne faranno una Commissione a sé stante. Secondo me è un atto dovuto perché io posso capire che si voglia mettere ambiente, sanità e sicurezza alimentare in uno stesso contenitore. Ma, secondo me, sulla sanità bisogna appunto avere una Commissione a parte, che si focalizzi su tutti i problemi della sanità.
Riflettendo invece sulla precedente relazione sul cancro, il Beca e ora sulla posizione presa in merito alle malattie non trasmissibili, come valuta gli sviluppi nel Parlamento europeo?
Fiocchi: C’è più attenzione, si porrà ancora più attenzione con la prossima legislatura e andremo nella direzione giusta. Però di nuovo è anche una questione giuridica, perché bisogna dare il potere. Nel Parlamento europeo la Commissione non può emettere regolamenti su questi temi perché sono competenza degli Stati membri. Però può sicuramente portare molta più attenzione da parte della maggioranza dei deputati europei e portare appunto fondi e progetti che vanno nella direzione giusta, sicuramente cambierà l’approccio di moltissimi Stati europei. E questo è importante, perché poi il ruolo dell’Europa diventa molto importante per dare una leadership nella direzione giusta su tutte queste tematiche.
Vorrei ricordare la mia ex collega che purtroppo è morta, Veronique Trillet-Lenoir che ha fatto tantissimo in questo campo, era spettacolare. Un medico francese, tra l’altro specializzato in oncologia, che è morta di cancro. Ma fino all’ultimo giorno, nonostante la sua malattia, ha combattuto come un leone per portare avanti queste istanze. Devo dire, Veronique spettacolare.
Mi spiace molto, Veronique Trillet-Lenoir è stata la prima eurodeputata che abbiamo intervistato per Askanews EU Verified Series due anni fa. Condoglianze alla famiglia.
Tornando al Beca, uno degli argomenti di cui si è occupato maggiormente è stata la questione relativa al radon, il gas radioattivo presente in natura, che può essere trovato però in alte concentrazioni anche in ambienti interni come case, luoghi di lavoro, le cantine e la cui esposizione aumenta la probabilità di cancro ai polmoni. Come potrebbe intervenire lo Stato membro per cercare di mitigare il problema del radon negli edifici?
Fiocchi: Allora purtroppo l’Europa è stata sorda alle mie spinte per inserire soprattutto nel Regolamento sull’efficientamento energetico degli edifici, la questione del radon. Parliamoci chiaro, io ho vissuto tanto in America, e già negli anni 80 in America la questione radon era perfettamente conosciuta. Si facevano le misurazioni e addirittura, se si trovava il radon, non potevi né affittare né vendere la casa. Invece noi siamo veramente indietro. In Italia finalmente hanno fatto un piano radon nazionale molto attivo su tutto quello che sono edifici pubblici e le aziende, ma siamo ancora molto indietro sulle abitazioni private. La ragione per cui ho citato il piano dell’efficientamento degli edifici e perché se tu vai a coibentare un edificio che già ha problemi di radon, vuol dire che si tiene il radon, che è un gas radioattivo naturale, all’interno dell’edificio. E questo è sbagliato. Bisognerebbe prima misurare e controllare la presenza del radon e, in caso positivo, fare le azioni correttive perché altrimenti avrai un edificio molto più efficiente dal punto di vista energetico, per cui paghi meno la bolletta, ma poi prendi il cancro ai polmoni. In certe zone della Valtellina, del Bresciano, del Lazio e della Campania si vedono delle punte che addirittura sono del 50% superiori rispetto alla media nazionale di cancro ai polmoni. Questo è una roba su cui io combatterò come un leone perché è veramente importante.
Ultima domanda. Quali sono le sfide che dal suo punto di vista l’Unione europea dovrà affrontare in materia di salute pubblica e quali sono le sue priorità anche in vista della campagna elettorale della prossima campagna elettorale in questo campo?
Fiocchi: Sicuramente l’Europa sta facendo una giusta cosa, nel senso delle strategie e della composizione dei fondi per dare la direzione. Ricordiamoci che ci sono un sacco di fondi e l’Europa da questo punto di vista sta facendo la cosa giusta, investendo sulle nuove tecnologie che sono meno invasive, sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Ma poi c’è un lavoro molto grande da fare. Da una parte sulla formazione: dobbiamo avere più coraggio e andar dentro veramente in maniera forte a parlare addirittura con i bambini delle elementari. Scusate è un argomento difficile, ma bisogna andare a dirlo a loro, ai bambini, perché è inutile che io vada a parlare con uno studente della 5.ª liceo scientifico che ormai già fuma e beve gin tonic. E’ meglio prenderli prima e spiegargli che forse è meglio mangiare una pera piuttosto che una merendina, che è meglio non iniziare a fumare, eccetera. Con anche delle campagne fatte in maniera abbastanza aggressiva. E poi chiaramente c’è l’altra sfida pazzesca, ma quella è molto difficile: dobbiamo migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua. Nella Pianura Padana la qualità dell’aria è un problema molto grosso, lo sappiamo benissimo, e dà adito a tutta una serie di patologie che sono difficilmente controllabili. La soluzione non è semplice, è un lavoro lungo che richiederà molto impegno.
Ringraziamo l’europarlamentare Pietro Fiocchi per il tempo che ci ha dedicato e per i numerosi argomenti che abbiamo affrontato. Le auguriamo buon lavoro e buon proseguimento e diamo a tutti appuntamento alla prossima puntata di Askanews EU Verified Series.