Milano, 19 dic. (askanews) – Ascoltare i gruppi vulnerabili per capire l’impatto della transizione energetica sui più fragili. È questo il compito che si è dato il progetto internazionale FETA (Fair Energy Transition for All Listening to economically disadvantaged people”), iniziato nel 2019 e ora giunto al termine. I risultati sono stati presentati a Milano in Fondazione Cariplo che, insieme ad altre fondazioni europee, è promotrice dell’iniziativa.
“Il tema dell’inclusione dei più fragili – ha detto ad askanews Carlo Mango, direttore dell’area Ricerca scientifica di Fondazione Cariplo – è veramente lampante, è molto importante ed secondo me deve essere in cima l’agenda di chi oggi si occupa di queste problematiche. La vera questione sulla quale dobbiamo prestare molta attenzione è che la transizione energetica, la sostenibilità, non diventi un qualcosa ad appannaggio dei più ricchi che possono permetterselo. Quindi da questo punto di vista massima attenzione, che vuol dire prestare attenzione agli individui, alle persone, ma anche alle piccole comunità e, perché no, anche agli Stati che oggi hanno difficoltà nell’intraprendere questi percorsi”.
Tra i risultati più importanti emersi dallo studio il fatto che sono spesso le comunità più vulnerabili a pagare i costi più alti dei cambiamenti epocali che stiamo vivendo: da qui la necessità di condividere sforzi e sacrifici in maniera più equa. Anche perché tra i soggetti socialmente ed economicamente svantaggiati prevalgono sentimenti di confusione rispetto al tema della transizione e di diffidenza verso i decisori politici. E in questo contesto sembra necessario un cambio di filosofia e di approccio.
“Fondazione Cariplo in questi anni – ha aggiunto Elena Jachia, direttrice area Ambiente della Fondazione – ha cercato di sostenere la transizione ecologica ed energetica tentando di non lasciare indietro nessuno, questo è un po’ l’obiettivo che tutti ci dovremmo dare. La Fondazione già da due anni sostiene le comunità energetiche rinnovabili, dandogli un’accezione ulteriore che è quella della solidarietà e quindi di cercare di coinvolgere i soggetti fragili all’interno delle comunità energetiche. Con il bando Alternative nel 2022 abbiamo sostenuto 17 comunità energetiche in questo senso”.
In conclusione la ricerca ha evidenziato che si sta aprendo per i tutti governi europei una finestra di opportunità per la costruzione di un’economia del benessere, in cui le politiche – non solo energetiche, ma anche educative, economiche e sociali – sostengano il benessere e la resilienza delle generazioni presenti e future e del loro ambiente, ma che una particolare attenzione deve essere rivolta ai più fragili. Il rischio altrimenti è una nuova frattura, con un’altra divaricazione tra chi si difende dai cambiamenti e chi non è in grado di farlo.