Fondazione Cariparma: cambio passo nelle erogazioni filantropiche – askanews.it

Fondazione Cariparma: cambio passo nelle erogazioni filantropiche

Nuovo percorso presentato assieme al piano strategico 2024-2027
Dic 13, 2023
Parma, 13 dic. (askanews) – Identificare i problemi di una comunità, cercare le migliori soluzioni e includere nel percorso i diversi attori sul territorio, dal pubblico al privato, fino al volontariato. Sono le azioni di un processo che ha portato Fondazione Cariparma a inaugurare un cambio di passo: da una filantropia ripartiva a quella innovativa.

Franco Magnani, Presidente di Fondazione Cariparma: “Facciamo accedere alle persone che hanno necessità o pensiero soltanto di fare luogo ad un qualche cosa, entriamo già nel rapporto cognitivo di quello che vogliono fare, non per dire sì ‘lo faremo senz’altro’, ma per aiutare nella scelta delle cose che si debbano fare, oppure no, che si possono fare oppure no”.

Per il quadriennio 2024-2027 sono state individuate le nuove priorità strategiche su tre filoni principali: la riduzione delle disuguaglianze, il rafforzamento delle persone e delle istituzioni, e l’accompagnamento delle trasformazioni del territorio. Per questo sono previste erogazioni per 27 milioni di euro già a partire dal prossimo anno. “E’ il lavoro di oltre un anno della commissione del Consiglio Generale e anche di tecnici che abbiamo acquisito per essere informati di quello che si sta facendo” ha aggiunto Magnani.

Le linee d’azione del piano strategico sono state presentate al Teatro Regio di Parma, con un focus sulle nuove modalità di intervento per ridurre le disuguaglianze e accompagnare le trasformazioni del territorio.

Giovanni Azzone, vicepresidente Acri: “Le Fondazioni d’origine bancaria sono un attore fondamentale della filantropia del nostro Paese, lo sono perché hanno un patrimonio importante, ogni anno erano quasi un miliardo di euro per filantropia, lo sono perché riescono a farlo in modo tempestivo – gli esempi del Covid, piuttosto che della calamità naturali, sono stati un esempio di questa capacità di intervenire – e lo sono perché sono prossimi al territorio, per cui conoscono in modo puntuale i problemi delle loro realtà”.

Non una semplice erogazione di supporto finanziario ma un vero e proprio “welfare di precisione”. “Spesso i problemi che dobbiamo affrontare sono problemi complessi, c’è necessità di interventi da parte di imprese private, da parte degli enti pubblici, da parte del terzo settore; sono soggetti che talvolta non hanno una semplice comunicazione, parlano linguaggi diversi in qualche modo: le fondazioni di origine bancaria hanno questa capacità di interagire coi diversi soggetti e quindi di essere un po’ integratore, il pivot di questo amalgama necessario” ha aggiunto Azzone.