Milano, 7 dic. (askanews) – Chip fotonici in grado di calcolare, e generare, la forma migliore dei fasci di luce per attraversare un ambiente ostile, variabile o non conosciuto. Sono stati realizzati dal Politecnico di Milano, grazie a uno studio condotto insieme con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, all’Università di Glasgow e all’Università di Stanford, e pubblicato dalla prestigiosa rivista Nature Photonics. Ma perché calcolare la forma della luce è così fondamentale e rende questi chip tanto innovativi? Francesco Morichetti, responsabile del Photonoic devices Lab del Polimi.
“Viviamo in un mondo wireless, tutti i dispositivi sono senza fili e vorremmo che scambiassero la maggior quantità di dati, il wireless ottico è in grado di supportare una quantità di dati 100, 1000 volte maggiore del wirelss ordinario, la luce è molto più sensibile a condizioni ambientali quindi se vogliamo avere collegamenti wireless ottici a banda larghissima dobbiamo essere in grado di modificare e adattare al meglio la forma e le caratteristiche della luce”.
Queste tecnologie permettono di manipolare in modo estremamente efficiente una enorme quantità di dati, fondamentale in moltissime applicazioni: telecomunicazioni, intelligenza artificiale e localizzazione, ad esempio per guida autonoma, droni, sistemi che richiedono grandi capacità di calcolo come i computer quantistici.
Ma cosa aspettarsi in futuro dai dispositivi fotonici? Andrea Melloni, direttore di Polifab, centro di micro e nanotecnologie del Politecnico.
“Continueranno in questa direzione, ma stanno penetrando in tutte le altre applicazioni: oggi troviamo dispositivi fotonici per biomedicale, sensoristica, finanza, agricoltura e molti altri settori: si ha un vantaggio in termini di potenza di calcolo, capacità di trasmettere informazioni ad altissima banda, e la possibiltià di farlo consumando poca energia elettrica, che oggi è fondamentale”.
La progettazione di questi chip, possibile grazie a finanziamenti di aziende, Ue e Pnrr, è fatta internamente. I chip in tecnologia di silicio standard vengono fabbricati in una fonderia e poi tutta la parte di assemblaggio viene fatta su misura nella camera bianca del Politecnico di Milano.