Milano, 5 dic. (askanews) – “I nostri, anche se umani e responsabili, sono sempre tentativi di amore, e noi siamo sempre in cammino e sempre in ricerca della strada migliore. Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa. Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità! Su questa strada ci incontreremo e potremo aiutarci: si incontreranno i giovani e Dio, i giovani e il Vangelo”. Lo ha detto il vescovo di Padova Claudio Cipolla durante la sua omelia per il funerale di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato, nella basilica di Santa Giustina.
“L’amore non è un generico sentimento buonista, quindi, non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi” ha aggiunto, sottolineando che “è empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell’ascolto dell’altro trova la via per spezzare l’autoreferenzialità e il narcisismo”.
“Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l’amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell’altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili”, ha detto il vescovo di Padova, nel corso della sua omelia. Il vescovo ha chiesto “la pace del cuore” anche per Filippo Turetta, l’ex fidanzato di Giulia, reo confesso, e “per la sua famiglia”. “Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia. Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita. Il volto di Giulia è stato sottratto alla nostra vista. Resta impresso nell’affetto e nella memoria di chi l’ha conosciuta e apprezzata”. Con queste parole il vescovo di Padova, Claudio Cipolla, ha concluso la sua omelia al funerale di Giulia Cecchettin.
“Abbiamo bisogno – aveva affermato poco prima il monsignore – di parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non restare intrappolati dall’immane tragedia che si è consumata, per ritrovare anche solo un piccolo spiraglio di luce”.