Roma, 4 dic. (askanews) – Scene di disperazione all’ospedale Al-Aqsa di Deir el-Balah, nel centro di Gaza, dove c’è un via vai di ambulanze e i feriti giacciono a terra in attesa di cure dopo gli ultimi attacchi israeliani, dopo la scadenza della tregua di sette giorni.
Una donna urla disperata: “Nabka”, ovvero “la catastrofe” in arabo; un termine con cui i palestinesi si riferiscono anche all’indipendenza di Israele e alla guerra arabo-israeliana nel 1948 quando centinaia di migliaia di palestinesi dovettero lasciare le proprie case in seguito alla vittoria di Israele.
“Cosa posso dire, “nakba” (la catastrofe), “nakba”. I colpi si abbattono su di noi. Mia figlia di quattro anni è sotto le macerie, non so se sia viva o morta. Ci sono 54 martiri. Cosa posso dire? Fermate la guerra, basta con la guerra. Fermate la guerra. Fermate la guerra”.