Cgil consegna a Giani 60 mila firme in Toscana pro sanità pubblica – askanews.it

Cgil consegna a Giani 60 mila firme in Toscana pro sanità pubblica

In appoggio al progetto di legge di iniziativa regionale
Dic 4, 2023

Firenze, 4 dic. (askanews) – La giunta regionale toscana ringrazia la Cgil e lo Spi-Cgil, il sindacato dei pensionati, per le prime 60 mila firme raccolte e la mobilitazione tra i cittadini a difesa della sanità pubblica e universalistica. Un’iniziativa, con l’ulteriore campagna “Impazienti” che parte oggi on line, in appoggio al progetto di legge di iniziativa regionale che chiede di portare strutturalmente, in quattro anni, al 7,5 per cento del Pil il finanziamento annuo statale del servizio sanitario nazionale. Per dare certezze alla programamzione, per una sanità efficiente, per assumere nuovo personale e per mantenere alta la qualità dei servizi.

La consegna delle firme c’è stata stamani. L’obiettivo, dopo le prime 60 mila raccolte nei gazebo e in piazza, è di arrivare on line complessivamente a 100 mila: si potrà firmare fino a metà dicembre, all’indirizzo change.org/impazienti.

“Oggi in Italia solo il 6,2 per cento del Pil nazionale è destinato alla sanità – spiega il presidente della Toscana, Eugenio Giani – Nel 2020 era il 7,2: un punto percentuale in meno in tre anni, di fronte a prezzi e costi che a causa dell’inflazione sono aumentati. In Germania e in Francia riservano alla sanità il 9 per cento del Pil. Noi chiediamo di allinearci almeno alla media europea”.

“La Costituzione – aggiunge – recita che la Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo. Ma per farlo servono maggiori investimenti e soprattutto certezze. Anche stavolta invece ci ritroviamo alla fine dell’anno ed ancora in Toscana non sappiamo se il Governo ci riconoscerà i 40 milioni dovuti per legge per l’assistenza sanitaria ai cittadini immigrati o cosa sarà del payback per le forniture sanitarie che un’altra legge dello Stato ha stabilito e che dunque abbiamo considerato nel nostro bilancio: circa 100 milioni l’anno, con crediti ancora da riscuotere dal 2019”.