Roma, 2 dic. (askanews) – “Adesso tocca a Giorgia Meloni chiarire qual è la strategia. Con una interrogazione, a prima firma del nostro senatore Martella, abbiamo chiesto al governo come intenda salvaguardare gli stabilimenti, se la strada è quella di convertire i 680 milioni di euro del prestito obbligazionario, prendendosi la maggioranza, o procedere con il memorandum firmato direttamente dal ministro Raffaele Fitto con ArcelorMittal. Allo stato, tutte le promesse fatte sull’acciaieria di Taranto in un anno di governo si sono vanificate”. Così in una intervista al Fattoquotidiano.it il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
“Quanto sta avvenendo è l’ennesima dimostrazione della volontà di Mittal di tenere l’azienda con i motori al minimo, nonostante l’aiuto ricevuto dallo Stato. Il ministro Fitto, con quel memorandum che resta ancora misterioso, ha promesso altri soldi pubblici gestiti dai privati. Perché i privati devono gestire queste risorse? Intanto – continua Boccia – il governo non ha detto una parola chiara sull’ipotesi di far salire Invitalia al 60 per cento. Da qui l’interrogazione. E nella legge di Bilancio abbiamo depositato diversi emendamenti che ipotizzano anche il superamento della gestione di ArcelorMittal con il ritorno dell’azienda sotto il controllo pubblico in attesa di nuovi investitori”.
“La verità è che la strategia di Fitto pro Mittal è opaca e fallimentare e, nello stesso tempo, i ministri Urso e Giorgetti, nei diversi atti di sindacato ispettivo alla Camera fatti dal nostro deputato di Taranto, Ubaldo Pagano, hanno mostrato freddezza e, oggi, anche loro hanno il dovere di fare chiarezza: condividono o meno la nazionalizzazione dell’azienda? Se il socio di maggioranza non ha alcuna intenzione di investire, perché tenerlo dentro Acciaierie d’Italia? Intanto il governo è riuscito anche a cancellare il miliardo previsto per l’ex Ilva nel Pnrr che avrebbe consentito di decarbonizzare. Noi ci allineiamo alla posizione di Invitalia e alle contestazioni contenute nella lettera dell’ad Bernardo Mattarella inviata ad ArcelorMittal lo scorso 23 ottobre”, sottolinea. (Segue)