Roma, 1 dic. (askanews) – Si preparano mesi caldi in Corea del Sud. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha usato oggi il suo potere di veto per bloccare la nuova normativa sulla relazioni sindacali e quella sull’editoria radio-televisiva. Lo riferiscono i media sudcoreani
I due progetti di legge erano stati presentati dal Partito democratico, la principale formazione di opposizione di centrosinistra, che detiene la maggioranza nell’Assemblea nazionale, dalla quale il 17 novembre è stata approvata. Yoon aveva una finestra di 15 giorni per porre il veto, prima della sua promulgazione formale. E all’ultimo giorno disponibile, inesorabile, è arrivato lo stop.
I progetti di legge torneranno ora al parlamento, dove per essere approvati avrebbero bisogno dell’approvazione di due terzi, circostanza che difficilmente si verificherà, visto che il partito di Yoon – Partito del potere del popolo – controlla 111 dei 298 seggi.
Il punto contestato dal presidente nella legge sulle relazioni sindacali, in particolare, è una clausola che vieta alle aziende di citare in giudizio i lavoratori per le perdite subite a seguito degli scioperi. Le origini del disegno di legge risalgono al 2009, quando i lavoratori della casa automobilistica SsangYong Motor hanno effettuato uno sciopero prolungato che ha portato loro a ricevere sanzioni milionarie.
Stamani il primo ministro Han Duck-soo ha detto che il veto sul disegno di legge è imposto perché la norma “incoraggerebbe gli scioperi illegali, causerebbe disagi al pubblico e grandi difficoltà per l’economia del paese”.
Invece la legge sulla stampa si pone l’obiettivo di riorganizzare le emittenti pubbliche e rendere più difficile per ai dirigenti insediati dai governi influenzare la linea editoriale a loro favore.
Il veto è l’ultima fase della battaglia di Yoon con i sindacati e i media. Da quando è entrato in carica lo scorso anno, il presidente ha identificato entrambi come minacce all’ordine democratico della Corea del Sud.
Yoon ha accusato i sindacati, soprattutto nel settore edile, di corruzione e di uso di violenza e intimidazione per ottenere appalti. Sotto il suo controllo, i pubblici ministeri hanno fatto irruzione negli uffici sindacali per sequestrare materiale contabile.
Il presidente, un ex procuratore, ha avuto un rapporto altrettanto difficile con i media, che ha criticato per aver diffuso informazioni false o distorte. Contro di loro ha anche mosso le procure.
Yoon ha finora ora posto il veto su un totale di quattro leggi. All’inizio di quest’anno ha bocciato un disegno di legge che imponeva l’intervento del governo per sostenere i prezzi dei cereali e un disegno di legge separato che avrebbe ampliato la portata legale del lavoro degli infermieri.
Gli oppositori accusano Yoon di autoritarismo per l’uso eccessivo del potere di veto. Il predecessore, il progressista Moon Jae-in, non ha mai utilizzato questo potere durante il suo mandato.
La Confederazione coreana dei sindacati ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che il veto di Yoon sulla legge sul lavoro costituisce “un atto dittatoriale che calpesta la volontà del popolo”. Martedì, ci sono state manifestazioni in diverse città a favore della legge.