Roma, 30 nov. (askanews) – Sulla fecondazione in vitro è urgente impiegare con maggiore sistematicità le nuove metodologie che oggi vengono adottate per migliorarne il successo, considerato che le problematiche relative alla sterilità di coppia hanno assunto una notevole rilevanza sociale, in un Paese a crescita zero e con un saldo negativo tra nascite e morti. E’ questo l’allarme lanciato dal Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), il Professor Ermanno Greco, intervenuto al Congresso Nazionale della S.I.d.R., organizzato insieme alla Società Italiana Policistosi Ovarica (SIPO) per affrontare, in un dibattito diffuso con medici e ricercatori, le tante tematiche del settore.
“In Italia la crescita – dice il Prof. Ermanno Greco, Presidente S.I.d.R. – è pari a zero, 1.6 bambini per donna. Sappiamo che il limite è 2.1, quindi non c’è una sostenibilità. Questo perché le donne desiderano una gravidanza sempre più tardi e questo pone dei problemi sia per le gravidanze naturali che per la fecondazione artificiale. E poi per l’aumento dell’infertilità. E quindi le tecniche di riproduzione assistita oramai devono affrontare questa nuova sfida, il family planning, non più badare a un singolo tentativo di fecondazione artificiale in sè, ma programmare una serie di interventi affinché si costituisca la famiglia battendo i freni di oggi, ovvero l’età materna avanzata e l’aumento dell’infertilità maschile”.
Attualmente, in Italia la fecondazione in vitro contribuisce al 3% circa delle nascite, vale a dire circa 11mila nati, mentre nel mondo sono nati più di 5 milioni di bambini. Il Congresso Nazionale della Società Italiana della Riproduzione è stato ospitato dall’Università Medica Internazionale UniCamillus di Roma.
“Nel giro di qualche anno – prosegue Gianni Profita, Rettore di Unicamillus – è crollato il tasso di natalità a Roma. È un fatto tragico che noi viviamo in modo strategico, perché la nostra mission è quella di enfatizzare le nascite, di incoraggiarle. Tutto ciò che può aiutare ad affrontare il problema scientifico della riproduzione è sicuramente benvenuto”.
In Italia, secondo i dati Istat, sono 340 i Centri di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) attivi nel 2021, di cui 138 di I livello e 202 di II e III livello, mentre sono 86.090 le coppie trattate con tecniche di PMA di primo, secondo e terzo livello, 108.067 i cicli di trattamento iniziati, 23.404 le gravidanze ottenute, 2.970 quelle perse al follow-up (12,7%). Inoltre, 15.641 i parti documentati e 16.625 i bambini nati vivi, che sono il 4,2% del totale dei nati in Italia nel 2021 (400.249 nati vivi).