Sebastopoli, 27 nov. (askanews) – “Un vero Armageddon”, ha detto il capo del parlamento locale Konstantinov, “neppure gli abitanti anziani possono ricordare venti e onde di tale intensità”: l’ondata di maltempo, forte vento e violente nevicate che interessa il meridione dell’Europa orientale ha investito la Crimea, la penisola dichiarata annessa dalla Russia nel 2014 e che Kiev intende riprendere a conclusione del conflitto in corso.
Da ieri i media russi parlano più del tempo sulla penisola che delle minacce di attacchi. Una tempesta classificata uragano ha causato diffusi black out, la rete eletttrica è stata danneggiata e oggi secondo la società Krymenergo 400mila persone restano senza elettricità. Danneggiate le linee ferroviarie.
Nello zoo di Sebastopoli lo sbalzo termico ha fatto strage nell’acquario tropicale. Dichiarato lo stato di emergenza.
Il maltempo estremo ha interessato l’area del Mar Nero, compresa la Moldavia e la riva orientale russa, dove a Sochi ancora ci sono limitazioni nel traffico aereo.
Duramente colpita anche parte del Donbass, dove continuano i combattimenti. In alcune zone ai black out causati dai droni e artiglieria nella notte tra sabato e domenica sono seguiti interrruzioni di corrente dovute alle nevicate. In generale in Ucraina dopo forti nevicate e tempeste di vento, riferisce il ministero dell’Energia di Kiev, oltre 2.000 centri abitati in 16 regioni sono senza luce.