Verona, 24 nov. (askanews) – “Non sempre le risorse mancano, a volte ci sono state ma non si è stati in grado di spenderle. Non riguarda la Regione Veneto, sempre virtuosa, ma abbiamo pensato di riformare il Fondo di Coesione in maniera tale da rendere quei fondi finalmente pienamente spendibili. Per spendere questi soldi, si fa un accordo nel quale le Regioni fanno le loro proposte che devono essere condivise dallo Stato centrale. Non perchè siamo dirigisti ma perchè vogliamo che le risorse siano spese attorno a una visione di sviluppo nazionale. Poi introduciamo una serie di norme in caso di lungaggini e lentezze ci consentono di attivare poteri sostitutivi o fare trornare indietro le risorse. E concentriamo le risorse su provvedimenti prioritari: quando venivano spese queste risorse erano spese in migliaia di microprogetti che non lasciavano niente sul territorio. Ora anche col Veneto concentriamo risorse su interventi strutturali, importanti, pochi, senza dilapidare le risorse in mille rivoli”. Lo ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un breve intervento alla firma dell’Accordo di sviluppo e coesione con la Regione Veneto.
“Con l’accordo che firmiamo oggi grazie a Zaia e allo straordinario lavoro del ministro Fitto, stanziamo 470 milioni di euro su due grandi priorità: infrastrutture, particolarmente quelle viarie, e la messa in sicurezza del territorio, con particolare riferimento al tema della risorse idrica”. Si tratta di interventi “estremamente importanti per una Regione che con infrastrutture migliori può correre ancora più velocemente. A queste risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione aggiungiamo altre risorse da altre voci di bilancio, e il cofinanziamento anche di privati e alla fine siamo a 678 milioni di euro, grazie anche a tutto quello che riusciamo a mobilitare”. Interventi che investono in “diritto allo studio, residenze universtirie, imprese, sport, salute, cultura e decoro: è un contributo che il governo centrale cerca di dare a una regione che chiede di essere messa in condizione di correre sempre più velocemente, che è una locomotiva dell’Italia e che noi vogliamo valorizzare in quanto tale”.