Firenze, 23 nov. (askanews) – Si chiama Amelia ed è la prima piattaforma italiana dell’intelligenza artificiale “as a service”, cioè “come servizio” che consente alle imprese di essere gestito in autonomia, in questo caso un assistente virtuale di una struttura del settore turistico, senza dover mantenere l’infrastruttura di software in loco. Amelia è stata presentata oggi al Bto, l’evento su Turismo digitale, innovazione e formazione in corso a Firenze, Amelia, la prima piattaforma italiana dell’intelligenza artificiale italiana.
Amelia è il cosiddetto “digital twin” della struttura turistica, che sia un albergo, una catena di ristoranti o un ente locale di promozione turistica. Una sorta di maggiordomo d’albergo che può essere “allenato” per svolgere funzioni di assistenza ai clienti per qualsiasi tipo di esigenza, a seconda delle informazioni che gli vengono fornite. E’ orientata all’efficacia, ciòè all’esperienza di chi vi interagisce e chiede di essere aiutato a risolvere i problemi. Diventa parte integrante dell’esperienza turistica. Per esempio, Amelia risponde alle domande e alle richieste degli ospiti di un albergo, migliorandone l’esperienza, con un assistenza 24 ore al giorno, a partire dai servizi che l’hotel offre. E’ in grado di prenotare camere, il ristorante o la Spa. E anche di collaborare la struttura aziendale, per esempio chiedendo al cliente le sue preferenze, consigliandolo sulle attività da svolgere e ordinando per lui alla reception di acquistare i biglietti per mostre, gite o visite guidate. O per prenotare un taxi o cambiare gli asciugamani. Oppure per rispondere con suggerimenti utili alla domanda: “Ho quattro ore di tempo, che cosa posso fare a Firenze”?
Amelia non disintermedia funzioni umane ma le affianca e ne facilita l’esecuzione. Gestisce, ad esempio, i feedback dei clienti, sugggerendo ai dirigenti della struttura i punti critici da migliorare; è di aiuto nel processo di check in e di check out. Ed è in grado, servizio utile ad esempio alle catene alberghiere, di rispondere in modo diverso in funzione del periodo dell’anno o dell’ubicazione dell’albergo. Tutte funzioni, comprese le funzioni b2b con altri attori dell’ecosistema turistico, che possono essere gestite centralmente.
“L’intelligenza artificiale è un grande aiuto ma ne vanno capiti i limiti. Amelia è come un assistente d’aula. Che ragiona per algoritmi. Può essere gestita in autonomia e formata sul direttore dell’albergo, sul lobby manager o sul turista – spiega Febo Leondini, direttore dell’Associazione Formazione Distributori Bevande, che ha presentato l’iniziativa e ne ha delineato contorni e funzionalità – Questa è una piattaforma sintattica, non ha la minima idea di che cosa sta facendo. L’intelligenza artificiale non può essere definita come un pappagallo stocastico” ma “è molto simile alla luce, che è onda e particella a seconda di come la si guarda. Nel momento in cui svolge il suo compito entra in contatto con l’ambiente esterno” a seconda della scelta che si è fatta a monte. “Amelia ha cominciato a modificare l’ambiente esterno, a interagire. Si è ritagliata il diritto di rientrare nell’ecosistema cliente, ristoratore, albergatore. E’ un ibrido sociotecnico che ha senso solo con l’uomo e per l’uomo. Ma non è un essere senziente”.