Roma, 21 nov. (askanews) – “Negli ultimi 30 anni la produzione agricola mondiale ha subito perdite per un valore stimato di 3.800 miliardi di dollari a causa di eventi calamitosi, pari a una perdita media di 123 miliardi di dollari all’anno, ovvero il 5% del prodotto interno lordo agricolo globale”. Lo ha ricordato in un intervento sul Corriere della Sera il vice direttore generale della Fao, Maurizio Martina, spiegando che “i riflessi di questi eventi sconvolgenti sulla sicurezza alimentare sono immediati, soprattutto per i Paesi più fragili”.
“Gli eventi calamitosi in tutto il mondo sono aumentati dai 100 all’anno registrati negli anni ’70 ai circa 400 all’annonelle ultime due decadi: aumentano non solo in termini di frequenza, intensità e complessità, ma peggiorano i loro effetti sociali e ambientali”, ha precisato Martina.
Ecco perché “occorrono ovunque nuove strategie immediate d’intervento almeno su tre fronti”, ha insistito: “migliorare l’analisi dei dati e delle informazioni sugli effetti delle catastrofi nei diversi settori agricoli e alimentari, incrementare gli investimenti nella tenutadei sistemi rurali, sviluppare approcci multisettoriali e multirischio per la riduzione del rischio anche attraverso nuovi strumenti assicurativi capaci di aiutare prima di tutto le piccole emedie realtà”.
Tra pochi giorni a Dubai si terrà la prossima Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. “Si attendono passi avanti operativi sulle azioni indispensabili di mitigazione e adattamento alla crisi climatica che riguarda il mondo intero, senza alcun impossibile confine o barriera. Ai Paesi più sviluppati tocca giustamente una responsabilità superiore che non può essere tradita. In tempi complessi come quelli che stiamo vivendo, serve un impegno tenace per essere all’altezza di questo cambiamento che non ammette titubanze e scorciatoie”, ha commentato Martina.