Roma, 20 nov. (askanews) – “Il ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin ha modificato i fatti e, quindi, il loro inquadramento in una fattispecie di reato diversa rispetto a quella contestata in precedenza al Filippo Turetta. L’arresto di quest’ultimo, a seguito dell’emissione del mandato europeo da parte della polizia tedesca, ha poi posto un punto fermo nelle indagini”. Lo spiega in una nota la Procura di Venezia, responsabile delle indagini sull’omicidio di Giulia.
“Sono in corso le necessarie attività processuali per la consegna dell’indagato che devono tenere conto anche delle norme processuali della Repubblica Federale Tedesca e quindi delle modalità e dei tempi ivi previsti – si aggiunge – Vista la presenza in territorio estero dell’indagato si segnala che gli accertamenti irripetibili, che prevedono la sua necessaria partecipazione saranno, in parte, scanditi dai tempi derivamenti dagli atti di rogatoria che sono in corso di predisposizione”.
Solo all’esito delle consulenze tecniche e degli ulteriori approfondimenti potrà essere meglio chiarito – si sottolinea – “lo sviluppo dei fatti e quindi il più preciso inquadramento giuridico che, in via di provvisoria, è comunque mutato in artt. 575, 577 comma 2° ultima parte 605 C.P. (Quelli inerenti l’omicidio aggravato ed il sequestro, ndr)”.
“La gravità delle contestazioni e il clamore mediatico suscitato dai fatti necessita ora di una decantazione in modo che le indagini procedano in modo spedito ma con tutte le garanzie che, previste a tutela di tutte le parti coinvolte, portino ad una ricostruzione completa che comunque eviti di indicare responsabilità prima che queste vengano accertate nei luoghi e nei tempi previsti dal codice di rito con la terzietà di cui questa Procura è costituzionalmente garante”.