Berna, 20 nov. (askanews) – Serve una regolamentazione internazionale per preservare lo spazio dall’inquinamento: è l’auspicio che Heino Falcke – premio Balzan 2023 – esprime in merito ai fenomeni di inquinamento spaziale che derivano dalle attività umane.
Falcke – professore di Radioastronomia all’Università di Nijmegen e ricercatore al Max Planck Institute di Bonn – con i suoi studi, nel 2019, ha permesso all’umanità di visualizzare per la prima volta l'”orizzonte degli eventi”- la zona intorno a un buco nero della Galassia M87.
L’inquinamento dello spazio, per lui, non è solo un pericolo per i suoi studi, ma una minaccia concreta al patrimonio di tutta l’umanità. “C’è una cosa che ci unisce tutti ed è il cielo notturno sopra di noi. Quel cielo appartiene a tutta l’umanità – ha detto ad askanews Heino Falcke, a margine della consegna dei Premi Blazan 2023 – Ma ora è diventato un luogo inquinato. Stiamo inquinando il cielo, come stiamo inquinando il suolo, inviando nello spazio satelliti su satelliti. Singole aziende hanno già migliaia di satelliti, e così stiamo contaminando quell’ultima parte che era rimasta libera dall’intervento umano. Certo per l’umanità è un’opportunità positiva avere i satelliti nello spazio. Ma ora dobbiamo evitare di distruggere le risorse naturali che si trovano lassù, e questo richiede una regolamentazione internazionale. Dobbiamo concordare quanto può essere fatto per rispondere ai bisogni delle persone a terra e quanto lasciare intatto nell’universo, per noi tutti. Infine, ma non meno importante, c’è da considerare il grande pericolo che a un certo punto tutti questi satelliti possano distruggersi a vicenda, diventando una minaccia per noi tutti e per tutto ciò che è stato inviato nello spazio. E questo è un pericolo reale. Dobbiamo essere sicuri che lo spazio resti un patrimonio disponibile per tutta l’umanità”.