Milano, 17 nov. (askanews) – Piazza del Popolo, a Roma, gremita di manifestanti nel giorno dello sciopero generale contro la manovra indetto da Cgil e Uil. “Meloni, il popolo ha fame”, “Altre cose devono scendere: le bollette, il caro vita, gli over 60 dai ponteggi”, sono alcuni degli slogan sugli striscioni in una piazza piena di palloncini rossi e blu, i colori dei due sindacati. Sul palco, dove hanno parlato i leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, campeggia la scritta “Adesso basta!”.
“Noi che siamo qui oggi e stiamo scioperando in questo paese e che sciopereremo ancora, noi non stiamo scioperando solo per noi ma perché vogliamo impedire che questo paese venga portato allo sbando dal governo. Noi difendiamo la nazione e l’interesse generale”, ha detto Landini.
Nel mirino dei sindacati oltre che Meloni e il governo, anche Salvini in particolare e la precettazione. “Salvini guarda questa piazza, studiala bene, porta rispetto – ha tuonato Bombardieri -Chi sta qui paga con una giornata di lavoro e ha scelto di essere qui a chiedere risposte. Chi sta qui non fa weekend lunghi perché garantiscono i servizi. C’è gente che lavora quando tu stai il fine settimana”
“Il diritto di sciopero è un diritto soggettivo del cittadino lavoratore e non è un caso che è inserito nella Costituzione. Quando limiti questo diritto stai limitando la libertà delle persone”, ha aggiunto Landini.
Quella di oggi è la prima tappa della mobilitazione proclamata da Cgil e Uil: cinque giornate con scioperi e manifestazioni in 58 piazze, con oltre 100 presidi su base territoriale e regionale, che coinvolgeranno le regioni del Nord il 24 novembre e quelle del Sud il primo dicembre. Sicilia e Sardegna si fermeranno rispettivamente il 20 e il 27 novembre.