Roma, 15 nov. (askanews) – “Questo libro nasce dall’esigenza di ascoltare un popolo che è stato sconfitto alle ultime elezioni politiche e che vuole dire la sua, vuole criticare, vuole fare proposte, è un libro che sostanzialmente racconta un viaggio nella provincia italiana, quella provincia che ci ha girato le spalle, fuori dalla Ztl, e lo fa attraverso delle cene, delle cene informali, a casa delle famiglie, delle persone vere: lavoratori, artigiani, disoccupati, giovani studenti, che hanno aperto la porta della propria casa per discutere insieme a me sulle ragioni della sconfitta ma anche sui principi, sulle idee, sui valori dei quali ripartire per far tornare a vincere il centro sinistra”. Con queste parole Matteo Ricci, Pd, sindaco di Pesaro e presidente nazionale della Lega delle Autonomie Locali, ha descritto, a margine della presentazione al Tempio di Adriano, il suo nuovo libro “Pane e politica, per un centrosinistra di prossimità che torni a vincere e a dialogare con le persone”.
“Intanto – ha detto Ricci ad askanews parlando di quanto scoperto in questo suo viaggio – è stata una grande sorpresa il fatto che, appunto, ho deciso di andare a casa di persone che per tanto tempo non sono state coinvolte e chiamate e poi anche la sorpresa di mettere insieme la comunicazione calda con la comunicazione digitale perché queste cene sono andate in diretta sui canali social e sono diventate delle grandi cene condivise da migliaia di persone che hanno guardato e ascoltato ciò di cui stavamo discutendo”, con “centinaia di persone che hanno interloquito scrivendo ed entrando nella discussione insieme a noi. Quindi anche un grande esperimento di comunicazione che tiene insieme la comunicazione calda, il vedersi a cena con persone normali che nella vita fanno tutt’altro rispetto alla politica, con la comunicazione digitale e questo è stato l’elemento che maggiormente ha sorpreso”.
“Quello più politico, molto semplice – ha scandito Ricci -, è quello che di chi dice che siamo stati al governo dieci anni senza mai vincere le elezioni e questo è stato probabilmente il motivo principale per cui abbiamo perso, o comunque offuscato, la nostra identità”.