Roma, 13 nov. (askanews) – Il governo della Corea del Sud intende allentare il vincolo che impone un massimo di 52 ore di lavoro settimanale per specifici settori aziendali nella manifattura e industria. Lo segnala l’agenzia di stampa Yonhap.
“Pur mantenendo il sistema di 52 ore lavorative settimanali, il governo prevede di elaborare misure di riforma per alcuni tipi di industrie e occupazioni”, ha affermato il vice ministro del Lavoro Lee Sung-hee.
Il governo del presidente Yoon Suk-yeol ha cercato di introdurre ulteriore flessibilità nel sistema di orario di lavoro settimanale introdotto nel 2018, in base al quale il limite è di 52 ore settimanali, per rispondere alle lamentele delle aziende.
Il governo aveva proposto a marzo una misura di riforma che consentiva di aumentare il limite settimanale a 69 ore, per poi ritirarlo a causa delle forti proteste da parte dei giovani lavoratori, i quali lamentavano il fatto che questo strumento avrebbe dato alle aziende una leva per costringerli a lavorare troppo.
Secondo l’ultima versione, il governo prevede di selezionare le tipologie alcuni luoghi di lavoro da in cui sarà possibile aumentare l’orario massimo di lavoro. Si tratterebbe di portarlo entro le 60 ore.
Secondo i risultati di un sondaggio pubblicato lunedì dal Ministero del Lavoro, oltre il 46% dei cittadini avrebbe concordato su una misura per aumentare il numero massimo di ore di straordinario, oltre alle 52 ore settimanali, fino a 12 ore. Tuttavia poco più del 41% dei lavoratori e il 38,2% dei datori di lavoro sarebbero favorevoli alla proroga.
Anche se l’orario massimo di lavoro settimanale venisse allentato, l’attuale orario di lavoro rimarrebbe lo stesso su base mensile.
Il ministero del Lavoro prevede inoltre di adottare misure di sicurezza che impongano il numero massimo di ore di straordinario settimanali e il congedo obbligatorio per garantire i diritti alla salute dei lavoratori.
La Federazione dei sindacati coreani (FKTU), uno dei due principali sindacati della Corea del Sud, ha affermato dal canto suo che riprenderà il dialogo con il comitato consultivo presidenziale per le politiche del lavoro, un canale di comunicazione con il governo.