Roma, 13 nov. (askanews) – Il dialogo con i grandi gruppi di Gian Lorenzo Bernini, con la scultura Barocca, con la cultura italiana ed europea. È un percorso tra marmi che prendono vita e si trasformano in disegni e pittura, con rimandi e confronti tra corpi muscolosi e vibranti, la mostra “Il tocco di Pigmalione. Rubens e la scultura a Roma”, alla Galleria Borghese dal 14 novembre al 18 febbraio 2024, con oltre 50 opere provenienti dai più importanti musei del mondo. La curatrice Lucia Simonato:
“Rubens è un artista che a partire dallo studio dell’antico riesce a dare un nuovo senso di naturalismo e di vita alle opere che crea, quindi il titolo è che, grazie a Rubens, che è il nostro Pigmalione, si attiva un nuovo dialogo con le fonti antiche e moderne che permettono di dare vita a una nuova arte, che poi è quella che noi chiamiamo Barocco”.
Il fiammingo Rubens nel 1600 arrivò in Italia e ne rimase affascinato. Come si vede nel “Prometeo incatenato”. “Un’opera che incarna benissimo il dialogo tra natura, studio dell’antico, riferimento a fonti della nostra tradizione tipo Tiziano, ed è sicuramente un’opera che restituisce nel modo più straordinario e vibrante quel bagaglio di acquisizioni che Rubens aveva avuto duranti gli otto anni trascorsi in Italia tra il 1600 e il 1608”.
La Galleria Borghese già ospitava nella sua collezione due Rubens, “La Susanna e i vecchioni” e “Il Compianto sul Cristo morto”. La prima parte della mostra indaga il mito del Barocco, il rapporto con la storia, poi c’è tutta una parte dedicata ai corpi drammatici e statuari in cui esplode il dialogo con Bernini. La direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti:
“Il percorso si snoda in armonia con le opere della Galleria, abbiamo la possibilità di mettere vicini, soprattutto nella sala del Ratto di Proserpina, dei dipinti di Rubens che mettono in scena questi corpi muscolosi, queste anatomie così definite, naturaliste, come si vede anche nel Plutone di Bernini e c’è una riflessione in questo caso sulle radici comuni che possono aver portato a questo linguaggio, per esempio l’ammirazione per Michelangelo”.
E ancora, Rubens e Caravaggio, la scultura pittorica in cui il dialogo con Bernini si esprime anche nel confronto sul tema del movimento degli animali, cavalli o leoni. O il “Ritratto di Ludovicus Nonnius”, famoso medico in cui si vede sullo sfondo un busto di Ippocrate. “Vedete come l’idea del tocco di Pigmalione, come l’animare, dare quasi un’espressione alle statue antiche, quasi rimbalzi nella definizione del ritratto del vero personaggio e ancora di più ai due lati in questi busti straordinari torniamo al marmo dipinto da Rubens, il vero personaggio, e i due busti di Scipione Borghese di Bernini”.
Infine Rubens e Tiziano, altra grande ispirazione per l’artista, attraverso il modello antico di bellezza femminile, la Venere e le Tre Grazie.