Milano, 13 nov. (askanews) – Gli edulcoranti ipocalorici non influenzano negativamente i livelli di glucosio e insulina nel sangue e questo li rende adatti all’alimentazione delle persone affette da diabete. Ad affermarlo è il dottor Luca Piretta, medico gastroenterologo, nutrizionista e professore di allergie e intolleranze alimentari presso l’Università Campus Bio Medico di Roma, che definisce il ruolo di questi prodotti all’interno di una dieta bilanciata in occasione della Giornata mondiale del diabete (14 novembre), patologia di cui sono affetti 3,9 milioni di italiani, ossia il 6,6% della popolazione.
In occasione della Giornata mondiale del diabete Unione italiana food – Gruppo Edulcoranti ha inteso promuovere una cultura di questi prodotti attraverso la voce degli esperti. “Il rapporto tra dolcificanti e diabete è stato oggetto di numerosi studi, review e metanalisi – afferma Piretta – Si evince prima di tutto che gli edulcoranti ipocalorici non influenzano negativamente i livelli di glucosio e insulina nel sangue, il che li rende adatti per le persone affette da diabete. Inoltre, consentono alle persone con diabete di gestire meglio l’assunzione di carboidrati pur gustando cibi e bevande dal sapore dolce ma con meno o senza calorie. Studi clinici controllati, poi, dimostrano che gli edulcoranti non influiscono negativamente sul controllo del glucosio o sulla salute cardio metabolica, suggerendo che incorporare le dosi consigliate di queste sostanze, riducendo la quantità di zuccheri semplici assunti, può coadiuvare uno stile di vita sano, che è lo strumento principale e ideale prevenire il diabete di tipo 2”.
La frequenza del diabete sta aumentando ovunque, anche in Italia. Secondo l’Italian diabetes barometer report 2023, realizzato da Ibdo Foundation, nel 2022 il numero dei diabetici in Italia è in aumento con 3,9 milioni di soggetti colpiti, ovvero il 6,6% della popolazione generale. Dal 2019 si è registrato addirittura un aumento del +14%, pari a 400mila casi in più. I dati sono in aumento anche rispetto alle ultime stime dell’Istat che risalgono al 2020, secondo cui il diabete affliggeva circa il 6% della popolazione, ovvero oltre 3 milioni e mezzo di persone. Il diabete di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, è il più frequente e rappresenta il 90% dei casi di diabete. Il diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, rappresenta circa il 10%.
Ad oggi non ci sono metodi per prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1, mentre è possibile prevenire il diabete di tipo 2, più diffuso e che si sviluppa tendenzialmente in età adulta. L’adozione di uno stile di vita sano, con una corretta alimentazione, regolare attività fisica e la riduzione quando non l’eliminazione di alcol e fumo, e il costante monitoraggio dei fattori di rischio, attraverso l’identificazione precoce di persone a rischio e il loro coinvolgimento in programmi di prevenzione, sono i principi cardine di questo percorso.
I dolcificanti essendo anche centinaia di volte più dolci dello zucchero da tavola, in quantità ridottissime conferiscono il livello desiderato di dolcezza a cibi e bevande. Pur essendo estremamente più dolci, gli edulcoranti ipocalorici, nel contesto di una dieta bilanciata e uno stile di vita sano, offrono ai diabetici scelte alimentari più ampie fornendo il piacere del gusto dolce senza alzare il glucosio nel sangue. Inoltre, non avendo alcun impatto sui livelli di glicemia e dell’insulina e non fornendo calorie, possono avere anche un ruolo nella perdita e nel controllo del peso per le persone con diabete di tipo 2. Inoltre anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha confermato che i dolcificanti con poche o senza calorie utilizzati in sostituzione degli zuccheri inducono un aumento della glicemia inferiore dopo il consumo rispetto agli alimenti e alle bevande contenenti zucchero.