Roma, 12 nov. (askanews) – “La UE è seriamente preoccupata per l’aggravarsi della crisi umanitaria a Gaza” e “si unisce alle richieste di una pausa immediata delle ostilità e della creazione di corridoi umanitari, anche attraverso una maggiore capacità ai valichi di frontiera e attraverso una rotta marittima dedicata, in modo che gli aiuti umanitari possano raggiungere in sicurezza la popolazione di Gaza”. Lo dichiara l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue Josep Borrel.
“In linea con le conclusioni del Consiglio europeo del 26 ottobre – sottolinea Borrel- la Ue ribadisce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario”. E “chiede un accesso umanitario continuo, rapido, sicuro e senza ostacoli e aiuti per raggiungere le persone bisognose attraverso tutte le misure necessarie, compresi i corridoi umanitari e le pause per i bisogni umanitari. A questo proposito, accogliamo con favore i risultati della conferenza umanitaria del 9 novembre tenutasi a Parigi”.
L’UE, inoltre “rinnova l’appello ad Hamas per il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi. È fondamentale che al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) venga concesso l’accesso agli ostaggi”. E “condanna l’uso degli ospedali e dei civili come scudi umani da parte di Hamas. I civili devono poter lasciare la zona di combattimento. Queste ostilità stanno avendo un grave impatto sugli ospedali e stanno causando un terribile tributo ai civili e al personale medico. L’UE sottolinea che il diritto internazionale umanitario prevede la protezione degli ospedali, delle forniture mediche e dei civili all’interno degli ospedali. Gli ospedali devono inoltre essere riforniti immediatamente delle forniture mediche più urgenti e i pazienti che necessitano di cure mediche urgenti devono essere evacuati in sicurezza. In questo contesto, esortiamo Israele a esercitare la massima moderazione per garantire la protezione dei civili”.
“La Ue e i suoi Stati membri – conclude Borrell- continueranno a lavorare a stretto contatto con i partner internazionali, le Nazioni Unite e altre agenzie, nonché i paesi della regione per fornire un flusso sostenuto di assistenza e facilitare l’accesso a cibo, acqua, assistenza medica, carburante e riparo”.