Medio Oriente, Nasrallah torna a parlare: israeliani criminali di guerra – askanews.it

Medio Oriente, Nasrallah torna a parlare: israeliani criminali di guerra

Il leader di Hezbollah: “Israele vuole sottomettere i palestinesi”
Nov 11, 2023
Gaza, 11 nov. (askanews) – Il leader del gruppo libanese Hezbollah, Nasrallah è tornato a parlare, puntando il dito, in questo suo secondo discorso dall’inizio del conflitto, contro gli israeliani definiti “criminali di guerra” per quello che, ormai da oltre un mese sta accadendo nella Striscia di Gaza.

“Non si tratta solo di vendetta, è un’aggressione per raggiungere obiettivi, il principale dei quali è la sottomissione dei palestinesi, dei libanesi e dei popoli della regione”, ha detto Nasrallah, sottolineando che, in realtà, Israele appare ora in difficoltà, con il premier Benjamin Netanyahu decisamente confuso.

Nasrallah, inoltre, si è scagliato contro gli Stati Uniti che, a suo dire “guidano questa aggressione” e ha affermato che le operazioni in

corso in Iraq e Siria contro obiettivi americani hanno “l’obiettivo immediato di garantire la cessazione dell’aggressione contro Gaza e, rivolgendosi direttamente all’amministrazione americana ha aggiunto: “Se volete che cessino gli attacchi su questi fronti secondari,

dovete fermare la guerra a Gaza”.

Il discorso di Nasrallah ha coinciso con il vertice straordinario arabo-islamico di Riad, in Arabia Saudita, sul conflitto tra Israele e Hamas, dal quale è uscita una comunione di intenti nel condannare l’attacco.

“Tutti i Paesi devono interrompere le forniture di armi a Israele”, è scritto nella bozza di dichiarazione finale del vertice, durante il quale il presidente palestinese Abu Mazen ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU si assuma le proprie responsabilità e metta fine alla brutale aggressione israeliana in Palestina, sollecitando “l’immediata consegna di aiuti umanitari e medici” nella Striscia di Gaza.

Al vertice era presente anche il presidente iraniano Ebrahim Raisi che ha chiesto ai governi islamici di dichiarare l’esercito israeliano un'”organizzazione terroristica” ritenendo gli stessi Stati Uniti “comandanti e complici dell’aggressione” ai palestinesi.