Civitavecchia, 8 nov. (askanews) – La Nave Vulcano della Marina Militare parte dal porto di Civitavecchia alla volta del Medio Oriente, via Cipro.
A bordo un ospedale “Role 2” completamente attrezzato e un equipaggio di 170 persone, di cui 30 della Marina formate per le emergenze sanitarie e due Infermiere volontarie della Croce Rossa, a cui se ne aggiungeranno altrettante circa, di diverse Forze Armate, per dare un dare un segno concreto, come ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, degli aiuti umanitari che l’Italia sta inviando nella striscia di Gaza.
Non solo, nei prossimi giorni partirà anche un ospedale da campo dell’Esercito diretto proprio a Gaza.
“Oltre all’ospedale imbarcato, le sale operatorie e alle apparecchiature diagnostiche, sul Vulcano saranno portate anche medicinali e soccorsi ma non si fermerà qua l’operazione umanitaria che l’Italia vuole portare avanti. Lo Stato maggiore difesa sta coordinando l’invio di un ospedale da Campo, su terra, che è nostra intenzione, penso in accordo anche con i palestinesi, portare direttamente sul terreno di Gaza”.
Strutture e mezzi che, appena giunti nell’area, verranno messi a disposizione anche per il personale medico e sanitario di tutti i Paesi, occidentali o arabi coinvolti in questa azione umanitaria.
“Sia le porte della nave sia le porte del futuro ospedale da campo – ha aggiunto il ministro – sono aperte al contributo di tutti. Il nostro vuole essere il primo passo di un’iniziativa nei quali non vogliamo essere gli unici, anzi vogliamo essere i primi soltanto. Non ci disturberà se altri ci supereranno in volontà di aiuti umanitari ma ci pare importante partire dando questo segnale concreto. Io mi aspetto che ci saranno molte risposte, alcune le abbiamo già avute da due Paesi che si sono resi disponibili ad inviare una nave a sostegno della nostra nave e del personale medico da imbarcare. Le stesse risposte le siamo avendo sull’ospedale da Campo. Per cui, io vorrei che scoppiasse una gara tra Paesi arabi e occidentali nel fornire aiuto, quindi a fianco di quello che succede dal punto di vista militare che ci fosse una gara tra tutti i Paesi, senza più divisioni, per portare aiuto alle persone, soprattutto civili, bambini, donne e uomini che stanno subendo questa guerra senza avere alcuna colpa”.
Appena terminate le fasi di pianificazione e approntamento, lo Stato Maggiore della Difesa invierà in Medio Oriente, con un volo militare, altro personale sanitario dell’Esercito, dell’Aeronautica Militare e dei Carabinieri. Nello specifico si tratta di: 3 anestesisti, 2 chirurghi, 1 ortopedico, 8 infermieri di area critica/rianimazione, 3 infermieri strumentisti, 8 infermieri, 1 tecnico di radiologia e 2 biologi.