Roma, 7 nov. (askanews) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito un “successo eccezionale” i combattimenti in corso nella Striscia di Gaza, anche se “a volte si verificano anche perdite molto dolorose”. Parlando ai soldati, secondo quanto riportato da Haaretz, Netanyahu ha sottolineato che non c’è alcuna intenzione di fermare i combattimenti: “Intendiamo andare avanti fino alla fine”. Il presidente Joe Biden però, è contrario ad una “rioccupazione” di Gaza da parte delle forze israeliane. A dichiararlo al programma CNN The Morning è stato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. “Il presidente crede ancora che una rioccupazione di Gaza da parte delle forze israeliane non sia positiva. Non è positiva per Israele, non è positiva per il popolo israeliano”, ha detto Kirby commentando l’idea del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che intende affidare ad Israele la “responsabilità della sicurezza” su Gaza per un periodo di tempo “indefinito”. Kirby ha detto che il segretario di Stato Antony Blinken ha discusso con funzionari israeliani e sta discutendo con tutti i leader della regione un piano su come apparirà Gaza dopo la guerra Israele-Hamas. “Perché qualunque cosa sia, non può essere quella del 6 ottobre, non può essere Hamas”, ha ribadito Kirby. Il portavoce del consiglio di sicurezza nazionale ha aggiunto che l’amministrazione Biden continua a spingere per una “soluzione a due Stati”, perché “crediamo che entrambe le parti possano vivere in pace e sicurezza in futuro”. Kirby ha spiegato che “anche se siamo nel mezzo di un conflitto, il presidente non si è arreso” su questa proposta. “La nostra opinione è che i palestinesi devono essere in prima linea in queste decisioni. Gaza è terra palestinese e rimarrà terra palestinese. In generale, non sosteniamo la rioccupazione di Gaza e nemmeno Israele”: ha sottolineato oggi il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Vedant Patel, rispondendo alla stampa sulle dichiarazioni rilasciate dal premier israeliano Benjamin Netanyahu . “Allo stesso tempo siamo d’accordo con Israele – ha aggiunto Patel nel breifing con la stampa – che non si tornerà allo status quo del 6 ottobre e che Gaza non potrà e non dovrà essere più una base da cui lanciare attacchi contro il popolo di Israele o chiunque altro”.
Gli Stati Uniti, ha proseguito il portavoce del dipartimento di Stato, “stanno lavorando con i partner su vari scenari riguardo a una governance provvisoria, ai parametri di sicurezza, sulle condizioni di sicurezza a Gaza una volta che questa crisi sarà rientrata”.
A un mese dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente il primo ministro Benjamin Netanyahu ha aperto solo a “pause tattiche” per scopi umanitari, punto chiave delle richieste Usa nel lungo e complesso viaggio del segretario di Stato americano Antony Blinken nella regione. Netanyahu ad ABC News ha detto però che il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza dipende dal rilascio di tutti gli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas. Il tutto dopo che il portavoce della Casa Bianca John Kirby ha reso noto che il presidente Usa Joe Biden ha discusso con il primo ministro israeliano “la possibilità di pause tattiche per aiutare i civili a raggiungere luoghi più sicuri”.
Intanto l’Idf ha affermato che le sue operazioni di terra a Gaza hanno fatto notevoli progressi, aggiungendo che il suo scopo è quello di aumentare la pressione sulle roccaforti di Hamas, compreso il campo profughi di Shati e il quartier generale di Hamas all’interno, nonché i tunnel sotto l’ospedale di Shifa. Gli abitanti della Striscia di Gaza devono spostarsi verso sud perché “Israele non si fermerà”: ha sottolineato il premier israeliano Benjamin Netanyahu ribadendo l’impegno di “distruggere completamente” le capacità di Hamas di controllare il territorio costiero, e “non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi”.