Roma, 6 nov. (askanews) – La drammatica situazione in Medio Oriente, la guerra in Ucraina, la lotta al terrorismo, l’obiettivo di una pace duratura e sostenibile. Sono questi i temi principali al tavolo dei ministri degli Esteri del G7 che si riuniscono domani e mercoledì 8 novembre a Tokyo, in Giappone. Un vertice che potrebbe rivelarsi tutt’altro che facile e il cui successo sarà misurato soprattutto sulla capacità, o meno, dei Paesi membri di concordare un approccio fermo e unito alla guerra nella Striscia di Gaza. Alla riunione parteciperà anche Antonio Tajani che raccoglierà dall’omologa Yoko Kamikawa il testimone della Presidenza per l’anno 2024. Nell’occasione il vicepremier e ministro degli Esteri illustrerà ai colleghi obiettivi e priorità della Presidenza italiana del prossimo anno. Al termine dei lavori, Tajani volerà direttamente a Parigi, per partecipare alla Conferenza internazionale sulla crisi umanitaria a Gaza, promossa dalla Francia.
La guerra in Medio Oriente è d’altra parte una preoccupazione comune. Ma divergenti posizioni politiche ed economiche all’interno del gruppo potrebbero far emergere qualche piccola crepa. Dallo scoppio della guerra, il G7 ha rilasciato solo una dichiarazione congiunta e le divisioni tra i membri sono emerse con evidenza anche alle Nazioni Unite il 26 ottobre scorso, con la Francia che ha votato a favore di una risoluzione che chiedeva una tregua umanitaria, gli Stati Uniti che si sono opposti e gli altri Paesi del gruppo, tra cui l’Italia, che si sono astenuti. Concordare una formulazione specifica sul diritto di Israele a difendersi, sulle vittime civili a Gaza e sulle richieste di una sospensione temporanea dei combattimenti sarà dunque quanto mai difficile.
Inoltre, l’attuale presidente, il Giappone, ha adottato un approccio cauto nei confronti della crisi, resistendo alle pressioni per allinearsi alla posizione filo-israeliana del suo più stretto alleato, gli Stati Uniti. Fin dall’inizio del conflitto, Tokyo ha infatti cercato una risposta “equilibrata” alla crisi, in parte a causa dei diversi interessi diplomatici nella regione e della sua dipendenza dal Medio Oriente per il petrolio. Da parte loro, funzionari di Francia e Canada, parlando alla Reuters a condizione di anonimato, hanno confermato che il forte sostegno di Washington a Israele e le preoccupazioni per una reazione da parte delle comunità arabe o ebree delle nazioni del G7, hanno reso difficile il raggiungimento di posizioni comuni nei colloqui pre-vertice tra gli sherpa.
Quanto all’Italia, l’obiettivo che il Governo si pone, ora e il prossimo anno con la guida del Gruppo, è quello di “riaffermare la centralità del G7 nell’affrontare le più importanti sfide del nostro tempo”, “difendendo i valori e i principi dell’ordine internazionale basato su regole chiare”, ha spiegato Tajani. La situazione in Medio Oriente sarà “al centro della Presidenza italiana”, anche “nell’ottica di poter dare un contributo alla costruzione del ‘giorno dopo’ a Gaza”. Al contempo, l’Italia “continuerà a impegnarsi per fornire all’Ucraina tutto il sostegno necessario” e darà “grande attenzione all’Africa, anche sotto il profilo del nesso sviluppo-migrazioni”, ha detto il vicepremier, anticipando altri due temi che saranno all’ordine del giorno anche al vertice di Tokyo.
A margine della riunione ministeriale, Tajani avrà incontri bilaterali con colleghi dei Paesi del Gruppo e incontrerà rappresentanti di aziende italiane che si trovano in questi giorni a Tokyo per partecipare alla XXXIII Assemblea Generale dell’Italy-Japan Business Group (IJBG). Si tratta di un organismo associativo creato dalle comunità imprenditoriali italiana e giapponese per promuovere una maggiore cooperazione industriale tra i due Paesi e favorire un dialogo permanente tra le due comunità di affari, che nell’intenzione dei due Governi si vuole allargare e potenziare per creare nuove opportunità industriali – in linea con il livello di “partenariato strategico” raggiunto dalle relazioni bilaterali – soprattutto in settori ad elevato contenuto tecnologico.
Mercoledì sera il vicepremier ripartirà per l’Europa e si dirigerà direttamente a Parigi, dove venerdì parteciperà alla Conferenza che mobilita i principali attori coinvolti nella risposta umanitaria a Gaza: Stati, grandi donatori, organizzazioni internazionali e ong attive nella Striscia. Obiettivo dei lavori è individuare azioni a favore del rispetto del diritto internazionale umanitario, della protezione dei civili e del personale umanitario nonché del rafforzamento dell’accesso umanitario; fornire una risposta umanitaria internazionale nei settori sanitario, idrico, energetico e alimentare; rivolgere un invito alla mobilitazione a sostegno delle agenzie e organizzazioni internazionali attive sul campo.
L’Italia, a questo proposito, è favorevole “a delle pause del conflitto, da entrambe le parti, in modo da permettere corridoi umanitari per portare aiuti alla popolazione civile ed eventuali spostamenti verso il Sud” della Striscia, ha detto Tajani, ricordando che “le popolazioni civili devono essere tenute fuori dalla guerra”. “Non dobbiamo mai rinunciare a perseguire la via della pace attraverso la via diplomatica e il dialogo. Questo non contraddice il fatto che Israele ha il diritto ad esistere, come ha diritto ad esistere uno Stato palestinese”, ha concluso il ministro. (di Corrado Accaputo)