Bruxelles, 6 nov. (askanews) – “I civili devono essere protetti ovunque e in qualunque circostanza. Ogni singola vita civile è importante. Per questo facciamo appello per pause umanitarie e corridoi dentro Gaza perché l’aiuto umanitario deve arrivare alle persone che ne hanno bisogno e tutti noi siamo devastati dalle atroci immagini, soprattutto di bambini” vittime dei bombardamenti di Israele. Lo ha detto oggi a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo intervento alla Conferenza per il 2023 degli ambasciatori dell’Ue.
“Ogni misura deve essere presa – ha insistito Michel – per assicurare che i civili non siano presi di mira, e questo include il personale delle organizzazioni internazionali e il personale medico. Fin dall’inizio della guerra – ha ricordato – 88 lavoratori dell’Unrwa (l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, ndr) sono stati uccisi. E’ il numero più alto di morti in un singolo conflitto”.
Parlando della “crisi nel Medio Oriente innescata dall’orribile attacco di Hamas alla popolazione di Israele”, Michel ha osservato innanzitutto che “assolutamente nulla può giustificare gli attacchi di una violenza e crudeltà senza precedenti contro civili innocenti”, e questo, ha detto, “”non lo ripeteremo mai abbastanza”. E ha aggiunto: “Il modo meticoloso con cui è stato preparato e attuato” l’attacco di Hamas “è puro orrore. E facciamo appello al rilascio immediato di tutti gli ostaggi senza condizioni”.
Il presidente del Consiglio europeo è poi passato a parlare dell’assedio di Gaza e delle vittime tra i civili palestinesi e il personale dell’Onu. “Abbiamo visto l’intollerabile perdita di migliaia di innocenti, donne, bambini e lavoratori delle organizzazioni umanitarie a Gaza e siamo scossi anche dal peggioramento della situazione nella Cisgiordania”.
“Per l’Ue – ha continuato Michel -, Israele è un amico e un alleato, è una democrazia che conta e deve contare nella regione. Ed è responsabilità del Consiglio europeo e dei suoi Stati membri stabilire la politica sovrana dell’Unione in linea con i Trattati e con i nostri valori fondamentali”.
“Sosterremo sempre il diritto di Israele di difendersi in accordo – ha sottolineato il presidente del Consiglio europeo – con il diritto internazionale e in particolare con il diritto umanitario. E lo abbiamo detto – ha puntualizzato Michel – nei giorni immediatamente successivi all’attacco del 7 ottobre, attraverso il Consiglio Affari esteri, nella nostra dichiarazione del Consiglio europeo del 15 ottobre, e nelle nostre conclusioni del Consiglio europeo del 26 e 27 ottobre”.
Un implicito punto polemico nei confronti della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che per tutta la settimana successiva all’attacco del 7 ottobre aveva preso una posizione diversa, di appoggio incondizionato alla reazione di Israele contro Hamas, con l’assedio di Gaza, senza menzionare il diritto internazionale e umanitario, e pur non avendo, a norma dei Trattati Ue, alcuna competenza nella definizione della politica estera dell’Unione.
Il presidente del Consiglio europeo ha poi aggiunto che gli europei devono stare attenti a non assumere posizioni incoerenti sul Medio Oriente, per evitare il rischio che ne deriverebbe per la reputazione dell’Unione a livello internazionale, soprattutto nei paesi arabi e nel “Grande Sud”.
Dobbiamo “tentare di rafforzare giorno per giorno, pietra su pietra” la nostra influenza nel mondo, e per questo – ha detto Michel – dobbiamo “rafforzare i nostri standard e le nostre norme, fondati sui nostri valori condivisi. Questo è probabilmente un marchio di fabbrica che ci caratterizza molto bene nel resto del mondo”, e “spesso quando incontriamo dei responsabili stranieri, molti di loro ci esortano a proseguire la nostra lotta per un mondo più equo, più giusto, più sostenibile, più fondato sullo spirito di cooperazione”.
“Non siamo perfetti, ovviamente, ma mi sembra – ha osservato il presidente del Consiglio europeo – che nessun altro blocco al mondo sia percepito come più credibile di noi su questo tema degli standard, dei valori, delle norme che cerchiamo di diffondere”.
“Ma ci sono – ha avvertito – due problemi che ci insidiano: a volte c’è la tentazione del paternalismo, dell’arroganza. Penso che il tono e la forma siano importanti. Dobbiamo stare attenti, io per primo, ciascuno di noi deve essere vigile su questo tema. E poi la seconda insidia, per la quale i recenti eventi in Medio Oriente possono tendere una trappola a noi europei, è il rischio di essere percepiti come ipocriti che usano due pesi e due misure, secondo le alleanze e gli interessi di breve termine”.
“Come sappiamo tutti, ci vogliono anni per costruire una credibilità, e qualche minuto per perderla. Di qui l’importanza, in questo campo, di essere estremamente coerenti”, ha concluso Michel.