Jabalia, 2 nov. (askanews) – Inchieste giornalistiche indipendenti, di due tra i principali organi di stampa occidentali, il Guardian e il New York Times rivelerebbero, attraverso l’analisi dei crateri dei bombardamenti israeliani su Gaza – come quello su Jabaliya, nel nord della Striscia, costato la vita a centinaia di civili innocenti – l’uso di armi guidate GBU (Guided Bomb Unit) con kit JDAM (Joint Direct Attack Munition), di produzione americana.
Il JDAM, infatti, è un brevetto della Boeing risalente agli anni ’90, utilizzato per rendere guidabili e, quindi più precise, le normali bombe a caduta e a scoppio ritardabile che Israele non solo ha acquistato dagli Stati Uniti ma che produce anche in proprio su licenza. Armi come le GBU-31 che sarebbero state usate, per esempio, proprio nel campo profughi di Jabaliya per distruggere le rete di tunnel sotterranei dalla quale – secondo Israele – uno dei principali leader di Hamas, Ibrahim Biari, dirigeva i combattimenti nel nord di Gaza.
Armi di produzione americana, quindi, usate proprio mentre la stessa Casa Bianche chiede una “pausa” nel conflitto per la liberazione degli ostaggi. Per saperne di più askanews ne ha parlato con David Cenciotti, fondatore del sito web The Aviationist e tra i principali esperti italiani di aviazione militare e Difesa.
“Quello che possiamo dire – ha spiegato – è che, di fatto, le tutte le tecnologie, tutti i sistemi utilizzati, nel caso specifico le GBU-31, sono stati acquisiti da Israele attraverso una Foreign Military Sales che è stata notificata al Congresso degli Stati Uniti nel 2012, quindi hanno acquistato tutti i kit di modifica delle bombe MK-84 piuttosto che BLU-109 che permettono di trasformare queste bombe ‘general purpose’ in bombe di precisione. Quindi, sono di loro proprietà e non vedo come sia possibile impedirne l’utilizzo, basti pensare al fatto che gli stessi velivoli F-15, F-16 o gli F-35I sono, di fatto, acquistati e, quindi, di loro proprietà ma sono tecnologie di Washington che sono state vendute a Israele”.
“F-15, F-16 C e D in varie configurazioni, addirittura con 4 GBU-31 piuttosto che 3, hanno operato probabilmente con l’obiettivo di andare a colpire anche i bunker di Hamas con questa tipologia di bomba che è utilizzata contro edifici, contro ricoveri corazzati quindi con una forte capacità penetrante”, ha concluso Cenciotti.