Roma, 2 nov. (askanews) – Migliaia di lavoratori dell’abbigliamento del Bangladesh sono scesi in piazza a Dacca e in altre città per chiedere un salario quasi triplicato. Ci sono stati disordini e scontri con la polizia in assetto antisommossa. A cause delle proteste, centinaia di fabbriche sono rimaste chiuse; 3.500 presenti in Bangladesh rappresentano circa l’85% del miliardo di esportazioni annuali del Paese e forniscono i principali marchi occidentali, tra cui Adidas, Gap, HeM e Levi Strauss.
Ma le condizioni di lavoro sono terribili per molti dei quattro milioni di lavoratori impiegati nel settore, la maggior parte dei quali sono donne, il cui salario mensile parte da 8.300 taka (circa 72 euro). La polizia ha dichiarato che i lavoratori hanno saccheggiato decine di fabbriche a Gazipur e in altri quartieri industriali alla periferia della capitale da quando sono iniziate le proteste, lo scorso fine settimana.
La Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (BGMEA), che rappresenta i proprietari delle fabbriche, ha offerto un aumento dei salari del 25%. Una promessa notevolmente inferiore al salario mensile di 23.000 taka (circa 197 euro) richiesto dai lavoratori.