Guerre, Davide Banzato: da Gaza a Ucraina “non dimenticatevi di noi” – askanews.it

Guerre, Davide Banzato: da Gaza a Ucraina “non dimenticatevi di noi”

Il sacerdote di Nuovi Orizzonti con i bambini ucraini in Bosnia Erzegovina
Ott 28, 2023

Roma, 28 ott. (askanews) – “Le notizie della guerra in Israele e sulla striscia di Gaza con gli orrori di quanto accaduto in quel tragico sabato 7 ottobre e quanto sta avvenendo da quel giorno ad oggi hanno profondamente lacerato il cuore di tutti noi, inermi dinnanzi ad un’escalation di orrori e vittime che è insopportabile.Mi trovo in Bosnia Erzegovina dove in una delle sedi di Nuovi Orizzonti continuano ad essere accolte mamme, bambini e persone fragili profughi provenienti dall’Ucraina, i quali, soprattutto i nuovi arrivati, ci dicono: “Ora i media si sono dimenticati di noi. La gente e l’Europa si è stancata di noi. Ma la guerra continua e abbiamo perso tutto, casa e persone care”. Qui a Medugorje molti di loro rinascono perché sono accolti dal calore di un’equipe che crea un ambiente familiare, inserendo i bambini, in questo centro come in quelli in Italia, nei percorsi scolastici e sportivi con sostegno anche a livello psicologico per superare i traumi della guerra. Ma le loro vite sono segnate per sempre e ora si sentono dimenticati”.

Lo scrive Don Davide Banzato di Nuovi Orizzonti.

“A Medugorje – prosegue – in questi giorni – attraverso i loro racconti – ho respirato nuovamente l’aria di morte che mi aveva inondato in una delle tante missioni che Nuovi Orizzonti ha vissuto andando in Ucraina, a Leopoli e Odessa, per portare aiuti umanitari e mettere in salvo nei nostri centri mamme, bambini e anziani. A Medugorje ho sentito anche un barlume di speranza, partecipando alla preghiera in risposta all’appello di Papa Francesco che ha indetto una giornata di digiuno e preghiera invocando la pace. A Medugorje ogni giorno si prega per la pace. Proprio in questa terra la Madonna si è presentata come la “Regina della Pace” e il suo primo messaggio nel 1981 fu “Mir, mir, mir” che significa “Pace, pace, pace”, non compreso allora, ma chiarissimo esattamente dieci anni dopo nello stesso giorno e alla stessa ora, quando ecce inizio la cruenta guerra nell’ex Jugoslavia. A Medugorje ho pregato per la pace insieme a 30.000 persone provenienti da vari Paesi del Mondo, tra noi anche ucraini e persone provenienti da Israele. Qui i popoli, le culture e anche le fedi si incontrano anziché scontrarsi, inginocchiandosi per invocare la pace. Pensando alla Terra Santa, ai luoghi dove tante volte – anche recentemente – sono stato in pellegrinaggio, mi si stringe il cuore, soprattutto al pensiero di tanti orrori inflitti agli innocenti da entrambe le parti. Un bambino ucraino questa mattina mi è corso incontro, mi ha abbracciato forte e mi ha detto: “Non andare in Italia, resta qui con noi!”. Avevo appena finito di celebrare la Messa. E in quell’abbraccio forte mi si è stretto il cuore in gola, pensando a tutti i bambini in Ucraina, a tutti i bambini in Israele e sulla striscia di Gaza, ovunque, nelle 59 guerre e circa 900 conflitti nel Mondo troppo spesso dimenticati”.

E conclude: “Ho sentito forte il richiamo a non dimenticarci della guerra in Ucraina così come di ogni conflitto, pur avendo a cuore quanto sta avvenendo in Medio Oriente, che ci tiene sospesi e in apprensione, preoccupandoci giustamente per i tanti civili vittime di questo nuovo conflitto e per le gravi conseguenze che sono in gioco, dove la pace del Mondo intero è gravemente messa a rischio. Papa Giovanni XXXIII disse che nessuna guerra è giusta. Il Magistero della Chiesa ci ricorda che al massimo sono accettabili e comprensibili azioni belliche di legittima difesa, ma mai una guerra preventiva o vendicativa, attenendosi sempre al rispetto dei diritti umani, con la consapevolezza che oggi la guerra non si combatte più con fucili e cannoni, ma con mezzi che mietono vittime in modo indiscriminato, con nuove tecnologie, addirittura con armi chimiche, batteriologiche e atomiche. E come abbiamo imparato, la guerra è combattuta anche attraverso i “media” e la comunicazione. Come siamo arrivati a tutto questo? Siamo dinnanzi al fallimento totale ti ogni via diplomatica e al non rispetto dei diritti fondamentali nel rispetto della dignità di ogni persona. Siamo su un precario equilibrio dove una qualsiasi azione può accendere una polveriera sul Mondo intero. Faccio mio quel: “Non dimenticatevi di noi…” Non dimentichiamoci di nessuno, non dimentichiamoci della dignità di ogni persona. Non dimentichiamoci che la pace è possibile e se ci sentiamo impotenti possiamo e dobbiamo, là dove siamo, fare tutta la nostra parte, ciò che è in nostro potere”.