Roma, (askanews) – Si intitola “Fela, il mio dio vivente” il nuovo lavoro di Daniele Vicari, presentato in anteprima alla Festa di Roma, che arriverà nei cinema il prossimo anno. Racconta la figura del grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti attraverso la storia di un giovane regista, Michele Avantario, che negli anni Ottanta seguì il sostenitore del panafricanismo nel suo Paese per fare un film su di lui. Il film non fu mai realizzato ma Avantario girò moltissime immagini a Lagos e nella comune di Kalakuta, che Vicari ha poi utilizzato nel suo film.
“Michele oggi può essere interessante seguirlo nella sua avventura perché ci racconta qualcosa che noi proprio noi non siamo in grado di fare: noi non siamo in grado di fare, non siamo in grado di uscire da noi stessi, noi viviamo davanti a un computer, lo schermo di un cellulare” spiega Vicari. “Michele fa un viaggio lunghissimo, va in Africa e in quel mondo altro scopre se stesso”.
Il suo racconto di quell’Africa è da osservatore puro, senza né tendenze terzomondiste né intenti sociologici: “Anche il terzomondismo conserva un senso di superiorità, così come anche chi oggi giustamente vuole salvare l’Africa, comunque conserva un senso di superiorità che ha a che vedere con la storia del colonialismo. Ecco, Michele è totalmente scevro da questi aspetti.
Si fa trasformare da una cultura che non è sua, e questa estrema apertura secondo me è l’unico modo per non fare la guerra” conclude Vicari.