Milano, 24 ott. (askanews) – Gli israeliani “non si sentano soli”: giornata intensa per il capo di Stato francese, Emmanuel Macron che oggi si candida a diventare il primo leader occidentale a incontrare Abu Mazen nel quartier generale dell’Autorità Palestinese dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, dopo una giornata intensa tra Tel Aviv e Gerusalemme prima con l’omologo israeliano Isaac Herzog e poi con un intenso faccia a faccia con il premier Benjamin Netanyahu.
Accanto a quest’ultimo Macron ha proposto di “costruire una coalizione internazionale” contro Hamas o di utilizzare eventualmente quella di “Inherent Resolve” che già combatte contro lo Stato islamico in Iraq e Siria, ampliandola per includere la lotta contro il gruppo paramilitare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista. Coalizione già esistente insomma, guidata dagli Usa e da altri Paesi ma senza Israele. Ma i contorni dell’operazione non sono chiari e interpellato, l’Eliseo ha spiegato che “l’idea è quella di attingere all’esperienza della Coalizione internazionale contro Isis e vedere quali aspetti possono essere replicati contro Hamas”.
Intanto dalla Francia l’opposizione si scatena proprio sull’onda delle dichiarazioni sulla coalizione e il leader di France Insoumise (Lfi), Jean-Luc Mélenchon, ha bocciato la proposta Macron che interpreta così in un tweet: “significa che la Francia partecipa alla guerra contro Hamas. Dove? Quando? A Gaza? Adesso? Allora dov’è il cessate il fuoco?”. Insomma le parole del capo di stato odierne porterebbero a concetti ben lontani da quella “fine della colonizzazione” in Cisgiordania prefigurata dall’Eliseo giusto ieri, nel delineare i temi della visita del presidente.
INHERENT RESOLVE
La coalizione internazionale auspicata da Macron – secondo la ben informata BfmTv – si potrebbe sviluppare sullo stesso modello di quella che attualmente guida l’operazione internazionale “Inherent Resolve” in Medio Oriente.
Nata nel 2014, riunisce 80 Paesi in lotta contro l’Isis. Per la Francia, si tratta dell’operazione “Chammal”, lanciata il 19 settembre 2014 e che fornisce in particolare “sostegno militare alle forze irachene impegnate nella lotta contro Isis”, indica il Ministero delle Forze Armate francesi sul suo sito web. Sul posto, gli aerei da combattimento Rafale (fino a poco tempo fa anche i Mirage 2000). L’operazione prevede anche una componente di addestramento per circa 600 soldati iracheni.
“Per Israele, il coinvolgimento francese in una coalizione internazionale del tipo Inherent Resolve potrebbe quindi assumere – spiega BfmTv, considerata da sempre tra i media più vicini a Macron – la forma di attacchi aerei, ma anche della mobilitazione della flotta francese nel Mediterraneo e ad Abu Dhabi, o anche di mezzi aerei e di intelligence di stanza in Giordania”. Resta da vedere – si fa notare – se altri paesi chiave di questa coalizione internazionale, a cominciare dagli Stati Uniti, vorranno partecipare ad una nuova coalizione dello stesso tipo per combattere Hamas. Secondo le informazioni di BfmTv, finora ci sarebbe stato un coordinamento nelle dichiarazioni dei diversi alleati occidentali sulla questione del Medio Oriente.
LA REAZIONE DI ISRAELE
Sull’altro lato Netanyahu senza commentare direttamente le parole del suo ospite, ha pronunciato un discorso particolarmente duro. Forse il più determinato dall’inizio del conflitto, e caratterizzato da un significativo parallelismo tra il nemico di oggi e i responsabili dell’Olocausto. Per lui quelli di Hamas “sono i nuovi nazisti” e i bambini ebrei in questi sanguinosi giorni sono stati costretti a “nascondersi nelle soffitte” proprio “come Anna Frank”, mentre i terroristi di Hamas imperversavano in tutto il sud all’inizio di questo mese. Lo riporta Times of Israel. Non solo: il mitragliamento di ebrei innocenti da parte di Hamas è paragonabile alla fucilazione di massa di quasi 34.000 ebrei a Babyn Yar di Kiev nel 1941, ha aggiunto, definendo l’attacco il peggiore vissuto da Israele dalla seconda guerra mondiale.
I registri e il tono dei due leader erano molto vicini, quasi coincidenti. Se per l’israeliano “Hamas è pericoloso per la civiltà”, il capo di Stato francese ha assicurato alla popolazione israeliana la “solidarietà” e l’ “emozione” della Francia, stimando che con 30 francesi morti, l’attentato costituisce “una pagina nera nella nostra stessa storia”. “I nostri due paesi sono legati dallo stesso lutto”, ha dichiarato Macron, insieme con il primo ministro israeliano. Ricordando che 9 sono ancora ostaggi.
Macron ha anche invitato l’Iran, potente sostenitore di Hamas, e i suoi alleati regionali, gli Hezbollah libanesi e gli Houthi nello Yemen, a “non correre il rischio di aprire nuovi fronti”, invocando “un deciso rilancio del processo politico con i palestinesi”, in un momento in cui il rischio di un inasprimento del conflitto preoccupa la comunità internazionale.