Roma, 24 ott. (askanews) – Favorire una crescente collaborazione tra clinici, medici di famiglia e associazioni di pazienti per contrastare l’avanzata del lupus eritematoso sistemico. Con tre pilastri su cui costruire un nuovo approccio alla malattia: diagnosi precoce, approccio multidisciplinare e terapie innovative. È l’invito arrivato dal convegno “Lupus: focus su cause e sintomi di una patologia complessa”, promosso a Roma, in Senato, dal senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo.
Ignazio Zullo, senatore di Fratelli d’Italia: “Continuiamo un percorso di sensibilizzazione ma anche un percorso di tenuta insieme dei diversi attori che si occupano specificatamente di questa patologia, perchè ci deve essere un’attenzione massima e riportarla poi all’attenzione degli organi politici e di governo, affinchè ci sia una presa in carico globale e a lungo termine di questi pazienti”.
Il lupus è una malattia reumatica cronica autoimmune che coinvolge il sistema immunitario e colpisce vari organi e tessuti, che nei casi più critici possono rimanere danneggiati dal peggioramento della malattia. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la malattia colpisce soprattutto le donne in età fertile, prevalentemente dai 15 ai 40 anni. Il fattore tempo è determinante per evitare l’aggravarsi della patologia: una diagnosi precoce rappresenta così la vera sfida da affrontare.
Gian Domenico Sebastiani, presidente nazionale della Società italiana di Reumatologia (Sir): “Il fattore tempo è importante: c’è una finestra temporale nella quale abbiamo tutti i margini per poter intervenire e garantire al paziente una prognosi ottimale, anche perchè oggi abbiamo a disposizione numerosi trattamenti farmacologici. Ad esempio la nefrite lupica, se la trattiamo tempestivamente possiamo evitare che il paziente evolva verso l’insufficienza renale, la dialisi e il trapianto di rene”.
La patologia causa disturbi in varie parti del corpo, specialmente a pelle, articolazioni, reni, sangue e ogni tipo di tessuto connettivo. Da qui l’esigenza di un approccio multidisciplinare, che metta a confronto competenze e specializzazioni diverse per garantire la migliore assistenza a pazienti, famiglie e care-giver. E una risposta concreta può arrivare dalle terapie innovative: il lupus infatti non rappresenta solo una malattia debilitante e potenzialmente mortale, ma anche un aggravio psicologico che può trovare sollievo nella ricerca.
Alessandro Lattuada, Managing director di Otsuka Pharmaceutical Italia: “L’impegno di Otsuka, che è un’azienda ormai più che centenaria, nei secoli è sempre stato fondato sulla ricerca e sullo sviluppo, specialmente sulla ricerca biomedica. Essenzialmente in psichiatria, con un focus sulla schizofrenia, malattie infettive, oncoematologia e nefrologia, con un focus particolare sulle malattie rare, fino ad arrivare all’ultimo nato che è un trattamento della nefrite lupica, che è una complicanza del lupus sistemico”.
Innovazione e ricerca sono così le chiavi per offrire risposte concrete anche ai pazienti affetti da patologie difficili da diagnosticare come il lupus.