A Firenze in mostra la storia del Ghetto ebraico – askanews.it

A Firenze in mostra la storia del Ghetto ebraico

A Palazzo Pitti fino al 28 gennaio 2024
Ott 23, 2023

Firenze, 23 ott. (askanews) – La storia del Ghetto ebraico di Firenze, durata dal Sedicesimo al Diciannovesimo secolo diventa una mostra. “Gli ebrei, i Medici e il Ghetto di Firenze” organizzata dalle Gallerie degli Uffizi ed allestita in Palazzo Pitti (tra Galleria d’arte moderna, Sala dei Fiorino e Sala della Musica): curata da Piergabriele Mancuso, Alice S. Legé e Sefy Hendler (The Medici Archive Project), sarà visitabile da domani al 28 gennaio 2024. Il Ghetto fiorentino fu fondato nel 1570 da Cosimo I e da Carlo Pitti, come parte del progetto di riordino urbano, e fu demolito tra il 1892 e il 1895.

Il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano sottolinea che la mostra “si apre in un momento drammatico per il mondo ebraico a causa della violenza stragista di Hamas che ha colpito con orribile crudeltà Israele e nuove forme di antisemitismo. L’esposizione a Palazzo Pitti, però, ci dimostra che anche in passato un altro mondo è stato possibile, fatto di pacifica convivenza, rispetto reciproco e prosperità. È questo il passato al quale dobbiamo rifarci per immaginare il nostro presente e il nostro futuro. La cultura ebraica è una parte importante, decisiva per i grandi contributi che ha dato, dell’intera cultura italiana. Auguro pertanto ogni successo a questa importante esposizione”.

Secondo il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, “la mostra è frutto di oltre un decennio di ricerche che hanno visto, tra l’altro, la riscoperta del pittore ebreo Jona Ostiglio, attivo nel Seicento alla corte dei Medici. Le sue opere sono esposte in questa occasione, che continua idealmente le grandi mostre degli Uffizi ‘Firenze e l’Islam’ del 2018, e ‘Tutti i colori dell’Italia ebraica’, che nel 2019 ha attirato circa un milione di visitatori. In un momento storico che vede nuove ondate di antisemitismo cinico e odio razziale contro gli ebrei, è particolarmente importante rendere il grande pubblico partecipe delle sofferenze degli ebrei nella nostra città durante i tre secoli di esistenza del ghetto. Ma è ancor più fondamentale rendere noto il contributo ebraico alla cultura fiorentina e italiana, nonostante tutte le difficoltà”.