Roma (askanews) – Kasia Smutniak esordisce alla regia con un film che è allo stesso tempo un diario intimo e una denuncia, un viaggio al confine tra Polonia e Bielorussia dove un muro respinge i migranti. In Mur”, presentato in anteprima alla Festa di Roma e dal 20 ottobre nei cinema, mostra il suo viaggio insieme ad alcuni volontari che attraversano la foresta e infrangono la legge per cercare di salvare le persone che provano a passare quel muro. “Le persone che ho voluto raccontare erano le persone comuni. Varie persone che prendono delle decisioni e non hanno gli strumenti per farlo. Sono in una situazione che se non lo fanno loro, non lo farà nessun altro”.
Quello che sta succedendo in Medioriente di questi giorni ha anche all’origine un altro muro. “Noi viviamo nei tempi dei muri, in Europa ci sono 19 muri e altri 12 aspettano la luce verde per essere costruiti. L’immaginario che abbiamo del nostro mondo forse non è più da tempo quello di un mondo unito e libero”.
Il muro tra Polonia e Bielorussia, che vediamo nel film di Kasia Smutniak, è stato fatto costruire dall’ex premier polacco Morawiecki. Le ultime elezioni vinte dalla coalizione europeista di Donald Tusk rappresentano per la regista una grande speranza, non solo per la Polonia. “C’è stato un movimento spontaneo dove le persone si sono risvegliate da una specie di torpore.
“Spero davvero che sarà il primo, non l’ultimo, come è sempre stato: basta un Paese che fa vedere quale è la strada. La strada è quella di svegliarsi”.