Roma, 18 ott. (askanews) – “Voglio che il mondo sappia da che parte stanno gli Stati Uniti”. Joe Biden siede al fianco di Benjamin Netanyahu all’hotel Kempinsky di Tel Aviv. E’ in Israele per ribadire il sostegno del suo Paese allo Stato ebraico. Nessun tentennamento: tra Israele e Hamas, gli Usa stanno dalla parte del suo storico alleato nella regione. Anche se “Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese”, sottolinea Biden, davanti alle telecamere, prima del colloquio privato e della riunione del gabinetto di guerra israeliano, a cui prenderà parte.
Il primo ministro dello Stato ebraico definisce il movimento palestinese “i nuovi nazisti, peggio dell’Isis”. Poi si rivolge con parole al miele al suo ospite, ringraziato pubblicamente per il sostegno. “C’è solo una cosa migliore di avere un vero amico come lei, presidente, ed è la sua presenza qui, profondamente commovente”, afferma Netanyahu, chiedendo a Washington, alla comunità internazionale, al “mondo civile” di “unirsi per sconfiggere” il movimento estremista palestinese. “Posso assicurarle presidente che Israele è unito e che sconfiggerà Hamas. La civiltà prevarrà nel Paese e nella regione”. Biden ascolta con attenzione, si dice “molto rattristato” delle “atrocità” compiute dal movimento al governo nella Striscia di Gaza, che fanno apparire l’Isis “forse più ragionevole”. Quindi accusa il gruppo estremista della strage di ieri all’ospedale al-Ahli: “da quello che ho potuto vedere, è stata fatta dall’altra parte, non da voi”, anche se “molti la pensano diversamente”, sottolinea.
Una versione che sin dalle ore immediatamente successive all’attacco è stata ribadita con ostinazione da tutte le autorità israeliane competenti. “Nessun razzo israeliano ha colpito l’ospedale di Gaza”, hanno ripetuto le forze armate dello Stato ebraico, respingendo “categoricamente” ogni accusa di responsabilità nella strage alla struttura ospedaliera nella Striscia. A provocare centinaia di vittime civili, secondo quanto spiegato in conferenza stampa da un portavoce militare, sarebbero stati i “terroristi della Jihad Islamica”. E gli esperti non avrebbero rilevato danni strutturali agli edifici vicini né crateri compatibili con un attacco aereo israeliano.
A sostenere le accuse dei militari, ci sarebbero “prove verificate” dall’intelligence di Israele, ovvero “una conversazione tra agenti di Hamas” in cui qualcuno afferma che il lancio sarebbe arrivato “dal cimitero dietro l’ospedale”, ma “la sua traiettoria ha fallito ed è caduto sulla struttura ospedaliera”. Il dialogo è stato declassificato e reso pubblico dalle autorità competenti. “Stanno dicendo che pezzi del missile sono locali, non come quelli israeliani… Ma che Dio li benedica, non avrebbero potuto trovare un altro posto dove esplodere?” afferma una voce, secondo la traduzione i24News English. “Ti sto dicendo che è la prima volta che vediamo un missile come questo cadere ed è per questo che diciamo che appartiene alla Pij”, la Jihad islamica Palestinese. A questo punto, qualcuno chiede: “Cosa?”, e la prima voce risponde: “stanno dicendo che appartiene alla Jihad islamica palestinese”. “Ed è nostro?”, “Sembra di sì”.
Insomma, secondo Israele, Hamas sapeva “con assoluta certezza che si trattava di un razzo lanciato dalla Jihad islamica palestinese”, un loro “errore”. Anche per questo avrebbe lanciato “una campagna mediatica globale con un numero gonfiato di vittime”, ha detto il portavoce Daniel Hagari, confermando che condivideranno con gli Stati Uniti i materiali di intelligence a disposizione di Israele. “È impossibile sapere cosa sia successo con la rapidità con cui Hamas ha affermato di saperlo”, ha quindi precisato, spiegando che “questo avrebbe dovuto essere un primo segnale di avvertimento” sulle responsabilità reali dell’attacco.
L’ospedale, situato nel centro di Gaza City, ospitava migliaia di sfollati che erano stati evacuati con la forza dal nord della Striscia. Molte vittime sono ancora sotto le macerie, ha spiegato il ministero della Sanità del governo di Hamas. Il numero dei morti e dei feriti “supera le capacità delle squadre mediche e delle ambulanze” e “i medici hanno eseguito interventi chirurgici a terra e nei corridoi, alcuni di loro senza anestesia”. Molte persone “sono ancora in attesa di essere operate, e le équipe mediche stanno cercando di salvare loro la vita in terapia intensiva”.
Hamas, che controlla l’enclave, ha detto che più di 500 persone sono state uccise dai bombardamenti sull’ospedale. Il ministero della Sanità palestinese aveva precedentemente affermato che le stime preliminari indicavano un numero di vittime tra le 200 e le 300. La comunità internazionale si è detta “inorridita” dalle immagini giunte da Gaza ed ha condannato fermamente la strage. Diversi paesi arabi hanno assunto posizioni analoghe, ma hanno accusato duramente Israele per l’esplosione. Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, ha detto che “è giunto il momento dell’unità globale dell’umanità contro questo regime usurpatore, più odiato dell’Isis, e la sua macchina omicida”. “Il tempo è finito”, ha aggiunto.
La Giordania ha annullato il vertice previsto per oggi tra il presidente americano Joe Biden e i leader di Giordania, Egitto e Autorità palestinese, denunciando “i massacri israeliani”: “ora non può fermare la guerra” e questo era l’obiettivo del vertice, ha fatto notare il ministro degli Esteri Ayman Al-Safadi. Ma secondo quanto fatto trapelare dalla Casa Bianca, Biden parlerà al telefono con il presidente egiziano e il leader dell’Anp sul volo di ritorno a Washington. Invece, il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha detto che tornerà a Ramallah per un incontro urgente della leadership palestinese.
Da parte sua, la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha spiegato che “non esistono scusanti per colpire un ospedale con civili”. “I fatti vanno verificati e i responsabili chiamati a rispondere davanti alla giustizia”, ha dichiarato, intervenendo alla plenaria dell’europarlamento a Strasburgo, descrivendo il massacro nell’ospedale di Gaza City come “un inferno di fuoco” e una “tragedia senza senso che ha sconvolto tutti”.
L’obiettivo dell’Ue resta comunque evitare un’ulteriore escalation. “Questo conflitto purtroppo si sta convertendo in un conflitto tra il mondo musulmano e il mondo cristiano, e noi questo non ce lo possiamo permettere”, ha confermato il capo della diplomazia europea, Josep Borrell. “Dobbiamo fare uno sforzo gigantesco per riuscire a evitare questa deriva, evitare che il conflitto si estenda alla frontiera con il Libano”. (Di Corrado Acccaputo).