Roma, 12 ott. (askanews) – “Oggi alla Pisana si è discusso della mia proposta di legge sull’istituzione della Festa dei figli, di tutti i figli del Lazio, nessuno escluso all’interno della festa ho proposto un premio ai figli della Regione che si sono contraddistinti in ambito sociale, assistenziale, sportivo, economico, sanitario oppure legato alla sicurezza. Un premio che ha scatenato le ire di una certa sinistra, ma al quale è stato riconosciuto un valore sociale da parte dei professionisti intervenuti”. Parole di Orlando Angelo Tripodi, presidente della commissione lavoro, politiche giovanili del Consiglio regionale del Lazio sottolineando – dopo le polemiche che hanno accompagnato questa iniziativa – che “per psicologi e sociologi, nonché docenti universitari, si tratta, infatti, di una festa che coinvolge sì i figli ma indirettamente la squadra intesa come famiglia. Il premio del singolo diventa premio di un modello educativo che funziona, hanno spiegato gli esperti, anche all’interno di una stessa famiglia con più fratelli. Oggi abbiamo sentito parlare gli esperti su come la sana competizione può giovare alla crescita di un giovane, fornendo gli strumenti adatti per affrontare la competizione sul lavoro e nella società contemporanea. Una competizione positiva si crea, oltre che con la meritocrazia, relativa ad esempio a bei voti scolastici, con l’attenzione alla comunicazione e alla socialità con l’altro, quindi in un riconoscimento di relazione anche con le istituzioni, perché siamo tutti comunità educante. I giovani esclusi dall’attestato d’onore di Alfieri della Repubblica, selezionati dalla presidenza della Repubblica – conclude Tripodi – non credo siano tutti destinati alle sedute da psichiatri, oppure all’interno della stessa famiglia, se c’è un figlio campione di scacchi e l’altro no, non penso si debba gridare alla disparità e ricorrere a psicologi, così come sostiene la consigliera Eleonora Mattia (Pd). Dovremmo abolire qualsiasi genere di competizione, anche sportiva. Mentre credo fortemente che se nell’ambito di una competizione sana, oggi vince Carlo, domani vincerà Emanuele”.