Milano, 8 ott. (askanews) – La risposta di Israele all’attacco di Hamas è stata quasi immediata. La Striscia di Gaza è sotto attacco da 24 ore. Grattacieli sbriciolati dai missili, infrastrutture colpite, taglio dell’elettricità. Distruzione e morte. Secondo il ministero della Sanità palestinese, 313 palestinesi sono rimasti uccisi e 1.990 sono i feriti. Tra le vittime almeno 20 bambini e decine di donne.
“Probabilmente stanno prendendo di mira i civili più che i politici, per fare pressione su di noi affinché ci arrendiamo, ma noi diciamo loro che non ci arrenderemo e che siamo qui per restare. Questa è la nostra terra e non ci arrenderemo”, sottolinea Mohamed Saq Allah.
“Temiamo la distruzione e la fine della società civile nella Striscia di Gaza. Ho dei lavoratori nella mia attività e ho degli obblighi nei confronti dei clienti. Stiamo entrando in una fase di distruzione”, racconta il palestinese Chadi al-Assi.
“Per me si tratta di distruzione e arroganza da parte del nemico. Il nemico vuole distruggere, bombardare e uccidere i civili”, commenta Mohamed al-Bawwab. Ma secondo le dichiarazioni dei politici israeliani la reazione è appena cominciata.