Riad, 5 ott. (askanews) – La pace in Ucraina, la gestione dei flussi migratori, la stabilizzazione dell’area mediorientale. L’Arabia Saudita non è per l’Italia solo un partner economico strategico. Può essere un attore determinante per la soluzione di alcune delle principali crisi in corso, in Europa, nel Mediterraneo e nella regione del Golfo. Antonio Tajani ne ha discusso oggi a Riad con il suo omologo Faisal bin Farhan. Il governo saudita “è un interlocutore” e “può incidere” positivamente, ha detto il vicepremier.
L’Italia, insomma, ritiene che l’Arabia Saudita possa e debba essere un interlocutore per la soluzione delle crisi in atto. A partire dall’Ucraina, specie dopo il successo della conferenza di Gedda, che ha visto la partecipazione anche della Cina e dei Paesi Brics. Per la prima volta in quella occasione, infatti, anche gli Stati più reticenti a condannare l’invasione militare russa hanno di fatto accettato il principio del rispetto dell’integrità territoriale ucraina come elemento fondante di un eventuale processo di pace. “Si è trattato di una svolta”, ha commentato Tajani, che ha incoraggiato Riad a proseguire sul percorso intrapreso per la pace tra Kiev e Mosca. “E’ stato un passo in avanti, si può andare verso la pace, sosteniamo tutte le iniziative” che possano permettere di raggiungere questo obiettivo, ha detto il titolare della Farnesina.
L’Africa, la Tunisia e la stabilità in Medio Oriente, con la tradizionale rivalità saudita con l’Iran, sono stati gli altri temi discussi da Tajani e Farhan. In particolare, è stato evidenziato il ruolo che l’Arabia Saudita può giocare, e sta giocando, per una soluzione della questione dei flussi migratori. “Si stanno impegnando e stanno aiutando per raggiungere la stabilità dell’Africa subsahariana”, ha confermato Tajani, che già ieri aveva evidenziato gli ingenti “finanziamenti” sauditi per la crescita del continente africano. Occorre “puntare su crescita e sviluppo, collaborazioni, joint venture. Ci dobbiamo presentare come interlocutori non come predatori. Se faremo questo, risolveremo anche il problema dell’immigrazione, altrimenti non lo risolveremo mai”, ha commentato Tajani.
Sul piano bilaterale, le relazioni tra Italia e Arabia Saudita sono in una fase di rilancio. Il tentativo è quello di elevarle al livello di partenariato strategico. Il titolare della Farnesina ne ha discusso oggi in “un incontro molto proficuo” con il ministro del Commercio, Majed Abdallah Alkassabi. “L’Arabia saudita è un paese che cresce” e il governo italiano ha l’intenzione di “continuare a migliorare l’export, che è circa il 40% del nostro Pil, incrementando le esportazioni in tanti settori”. Il ministro saudita, da parte sua, ha incoraggiato le imprese e gli investitori italiani a recarsi nel paese. “Il programma Vision 2030 rappresenta una grande opportunità per la trasformazione del paese e per gli investimenti stranieri”, ha spiegato.
Alcune aziende italiane, d’altra parte, operano già in Arabia Saudita e sono impegnate in grandi progetti. WeBuild ed FS, ad esempio, partecipano alla costruzione e operatività della nuova metropolitana della capitale saudita. Stamane Tajani ne ha visitato i cantieri: “E’ la dimostrazione che il nostro saper fare nel mondo è molto apprezzato. C’è grande interesse e attesa. Noi intendiamo continuare a lavorare, investire e accogliere investimenti”, ha spiegato.
La strada dunque è quella di proseguire i contatti a livello di governo, già numerosi nei mesi scorsi. In un prossimo futuro, ha ricordato Tajani, altri ministri italiani arriveranno in visita in Arabia Saudita: Guido Crosetto, Matteo Piantedosi, Adolfo Urso. Si starebbe ragionando anche su una possibile missione della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il prossimo anno. (di Corrado Accaputo)