Trapani, 2 ott. (askanews) – Tre sentieri, dal più facile lungo 7 chilometri, al più difficile di 13. Sei calette con un mare meraviglioso. Ma il turismo, qui alla Riserva naturale orientata dello Zingaro, nella Sicilia occidentale, non è solamente estivo. Perché le attività – dal trekking all’ecoturismo – sono molteplici e attirano turismo in tutte le stagioni.
Spiega Giuseppe Bàmbina, guida naturalistica Riserva Zingaro: “Ci sono mille opportunità. Innanzitutto il mare, con meravigliose calette denominate perle dello zingaro. Ma c’è anche il visitatore che ama la montagna, con una nuova variante: ci sono due sentieri, quello di media costa – che denominato anche mare e monti o sentiero delle orchidee – e anche nelle parti più recondite della riserva, dove abitavano i pastori e si allevava il bestiame e si producevano i derivati del latte”.
Una marcia di 3mila manifestanti, il 18 maggio 1980, pone fine al progetto che prevedeva la distruzione della Riserva, la prima in assoluto in Sicilia, e che ha impedito la costruzione di una strada che tagliasse in due la riserva stessa. Lo Zingaro diventa così una tappa immancabile per chi ama il mare, la montagna, il trekking e la scoperta di tantissimi tipi di piante. Come la “Palma nana”, grazie alla quale gli impagliatori – addetti della Riserva – realizzano cestini, e tantissimi oggetti di artigianato.
Con due ingressi, il Sud a Scopello (dalla parte di Castellammare del Golfo) e il Nord, a San Vito Lo Capo, la Riserva dello Zingaro ha una posizione davvero strategica per la vicinanza a Trapani con le sue saline e tonnare, Erice, le Isole Egadi. Attrae turisti che vogliono immergersi nella natura. “Il turismo – prosegue Giuseppe Bàmbina – al momento c’è, anche perché la zona è servita bene da due aeroporti, quello di Palermo e quello di Trapani. Il territorio è nel cuore della Sicilia Occidentale”. Insomma, lo Zingaro rappresenta una località strategica per un turismo di tutti i tipi e per tutte le stagioni.
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