Roma, 2 ott. (askanews) – Lavorare perché non si ripeta un “caso Irlanda”, trovare una “politica di prevenzione condivisa, basata sul consumo moderato” e “andare avanti sul fronte dello standard unico di sostenibilità” con la predisposizione di un marchio “per potere distinguere il vino italiano sui mercati internazionali”. E’ il percorso individuato da Luca Rigotti, coordinatore del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative, a margine della riunione dell’Alleanza in corso a Roma per fare il punto sulle principali questioni del comparto.
“Dobbiamo lavorare per fare in modo che non si ripeta un caso Irlanda, che ha messo in discussione i principi del mercato unico e dell’Organizzazione Comune di mercato”, ha detto riferendosi alla decisione del Governo irlandese di applicare degli alert sanitari sulle etichette del vino.
“L’approccio ideologico e mistificatorio degli health warnings in etichetta – sottolinea Rigotti – scarica la responsabilità sui consumatori e non risolve il problema, mentre noi dobbiamo invece lavorare per definire una politica di prevenzione condivisa, basata sul consumo moderato, campagne di educazione e di adeguata e corretta informazione a favore dei consumatori, facendo le dovute distinzioni in relazione alle modalità di consumo ed alle quantità, ribadendo che c’è differenza tra abuso e consumo responsabile”.
In relazione al tema sostenibilità, Rigotti sostiene la necessità di andare avanti sul fronte dello standard unico di sostenibilità, atteso da tempo dalla filiera vitivinicola ma rimasto incompiuto per quanto riguarda le regole di armonizzazione degli schemi volontari esistenti e la predisposizione di un marchio. “Abbiamo bisogno di un marchio distintivo dello standard unico di sostenibilità per poter distinguere il vino italiano sui mercati internazionali – spiega – il marchio dovrà comunicare ai consumatori che il vino italiano, oltre alla qualità, rispetta più rigorosi standard ambientali e sociali”.
Sempre sul fronte estero, Rigotti chiede un passo avanti rispetto al sistema alternativo di tracciabilità dei vini Doc e Igt, “in grado di assicurare un più puntuale monitoraggio e riscontro tra la base produttiva ed i volumi posti in commercio, in particolare sui mercati esteri”.