Roma, 2 ott. (askanews) – Operando una oculata bonifica dell’amianto si può riqualificare il patrimonio edilizio del nostro paese; assicurando il lavoro ad
aziende specializzate non solo nello stoccaggio di questo materiale edile, ma anche titolate a seguire l’intero iter edilizio. Tra le realtà in grado di sostenere una
riqualificazione globale dell’immobile c’è la pugliese Recikla. “L’amianto, lo dice la parola stessa dal greco, è incorruttibile. È stato negli anni passati impiegato un po’ ovunque, in ambito residenziale ed industriale: assicurava una grande resistenza
all’umidità” sottolinea Adriano Carparelli, Responsabile tecnico Recikla.
“L’individuazione del rischio specifico relativo l’amianto risale al 1992 – aggiunge Claudia Calciano, CEO Recikla – questo suppone che tutto ciò che è stato edificato prima di questa data potrebbe contenere amianto”.
La bonifica degli edifici dall’amianto rappresenta uno degli interventi più importanti ed urgenti nell’ambito della loro messa in sicurezza. L’amianto è un minerale di cui si è fatto un grande utilizzo in passato e solo pochi decenni fa si è scoperto che le
sue fibre sottilissime sono cancerogene per l’uomo e per questo motivo è stato bandito dalla legge italiana.
“Quando è individuata con certezza la presenza di amianto – continua Calciano – comincia la procedura: si tratta di un iter molto complesso costantemente monitorato dallo SPESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Negli Ambienti di Lavoro, ndr) che è
l’ente deputato e individuato dall’ASL. L’iter comporta la preparazione di una serie di documentazioni. Va predisposto un piano di lavoro. In questo piano è necessaria la specifica di ogni attività; il tutto interfacciandosi con i funzionari dell’ASL, che ne supervisionano e ne approvano l’iter fino al termine”.
“Una volta acquisita l’autorizzazione da parte dello SPESAL, bisogna mettere in sicurezza l’area. – approfondisce Carparelli – Creare un cantiere, circoscrivere uno spazio inibito nel quale è concesso l’ingresso esclusivamente ad operai altamente
specializzati, dotati di appositi dispositivi di protezione individuale. Tute, semimaschere facciali, FFP3. Solo a loro è garantito l’accesso all’area”. “Gli operatori sanno incapsulare, rimuovere ed imballare. Tutti i manufatti devono essere imballati con procedure, stoccati in aree con accesso interdetto a mezzi e persone e questo si fa
tracciando ogni passaggio, attraverso l’emissione dei formulari di identificazione del rifiuto, i così detti FIR”.
“La rimozione dall’amianto è l’occasione di riqualifica dell’intero immobile o stabile – sottolinea Giuseppe Celeste, Direttore generale di Recikla – da un punto di vista strutturale, ma anche da un punto di vista energetico. Significa approfittare di agevolazioni, ottimizzandone l’occasione che lo Stato offre partendo dalla bonifica dell’amianto. Il suggerimento è quello non solo di rivolgersi a chi è in grado di rimuovere e smaltire l’amianto, ma anche a chi è in grado di garantire più servizi che
consentano una riqualificazione a tutto tondo”.