Milano, 1 ott. (askanews) – Celebrare la grande diversità di quei Paesi e popoli che per millenni si sono relazionati dando vita alla cultura mediterranea, e richiamare l’attenzione sulla centralità del cibo e della sua produzione come elemento di unione in un momento storico in cui il tema del viaggio attraverso il Mar Mediterraneo è elemento di tragica cronaca. È questo il senso di “Mediterraneo Slow”, la manifestazione organizzata dal Comune di Taranto, in collaborazione con Slow Food Italia e Slow Food Puglia e la partecipazione della Regione Puglia, che debutta dal 6 all’8 ottobre sulla rotonda del Lungomare Vittorio Emanuele III.
L’obiettivo è quello di riunire produttori, cuochi ed esperti provenienti dai Paesi che si affacciano sul Mare nostrum, in un’edizione zero che anticipa il progetto di fare di “Mediterraneo Slow” a Taranto la manifestazione di riferimento per la comunità mediterranea.
“Non è un caso che questo evento, che pone al centro lo scambio e l’incontro, elementi che hanno caratterizzato la storia e generato il patrimonio culturale mediterraneo, si svolga a Taranto, città per noi di Slow Food simbolo di rigenerazione ambientale e culturale proprio a partire dai mestieri e dai prodotti legati alla terra e al mare” ha spiegato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, sottolineando che “ancora una volta quindi il cibo è l’elemento di connessione per approfondire le questioni al centro del dibattito internazionale, come le crisi climatiche e ambientali e le esperienze di rigenerazione già messe in atto, attraverso le conferenze, il mercato dei produttori, laboratori di degustazione e attività didattiche”.
Mediterraneo Slow prende il via venerdì 6 alle 11 con una conferenza inaugurale a cui partecipano, oltre al sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci e alla presidente Nappini, Edward Mukiibi, presidente del movimento internazionale Slow Food, e Marcello Longo, presidente di Slow Food Puglia.
Carlo Petrini interverrà alla conferenza “Mediterraneo: Mare aperto” di sabato 7 alle 15, insieme a Saverio Russo, professore ordinario di Storia moderna presso l’Università di Foggia, Rossella Galletti, docente di antropologia culturale presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, e Leonardo Palmisano, scrittore e sociologo pugliese. Ci saranno poi i forum, momenti di confronto che danno la parola a pescatori, fornai e coltivatori di grani tradizionali, e agli olivicoltori, ospitati nello spazio incontri realizzato insieme all’Istituto centrale per il patrimonio immateriale. Infine, un incontro organizzato con il Ciheam (Mediterranean Agronomic Institute) di Bari e dedicato alle food policy delle città mediterranee.
Oltre ai prodotti alimentari selezionati tra i Mercati della Terra e del Mare pugliesi, tra cui i numerosi Presìdi Slow Food, ci saranno iniziative gastronomiche, attività ludiche per i più piccoli, visite in azienda e momenti dedicati alle tante espressioni culturali legate al Mediterraneo, come la danza e le musiche tradizionali. La tre giorni ospita anche 43 delegati da 27 Paesi, tra cui Uganda, Australia, Ucraina, Germania e Stati Uniti, riuniti nel Consiglio di Slow Food: uno dei momenti associativi più significativi del movimento della chiocciola in cui i referenti provenienti dai cinque continenti delineano le linee politiche del futuro, identificando i grandi temi su cui Slow Food si impegna, dall’agroecologia alla tutela della biodiversità.