Roma, 29 set. (askanews) – Nel 1993 un gruppo di speleologi pugliesi, indagando alcune cavità carsiche del comune di Altamura, si imbattè in una grotta inesplorata, all’interno della quale si rinvennero più di 500 reperti faunistici inquadrabili a circa 40.000 anni fa e, in una piccola abside naturale, il corpo di un Homo Neanderthalensis databile, allo stato attuale degli studi, a circa 150 mila anni fa; al momento l’esemplare più arcaico e meglio conservato di Neanderthal noto al mondo. In occasione dei 30 anni dall’eccezionale scoperta, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari organizza una serie di eventi aperti al pubblico che intendono promuovere la conoscenza di un sito straordinario. Il 7 e 8 ottobre, presso il Teatro Mercadante (Altamura, BA), avrà luogo il convegno internazionale “Abissi del Tempo. La Grotta di Lamalunga / L’Uomo di Neanderthal”; 120 relatori interverranno per mettere in dialogo la Grotta di Lamalunga e il Neanderthal con numerosi altri contesti, toccando problematiche di tutela, ricerca, fruizione e comunicazione. Curato da Giovanna Cacudi, Soprintendente della SABAP per la città metropolitana di Bari, Elena Dellú, funzionario antropologo della Sabap Bari e responsabile della tutela del Neanderthal di Altamura e Caterina Annese, funzionario archeologo della Sabap Bari e Responsabile dell’Area Funzionale Archeologia, sarà un confronto allargato tra specialisti provenienti dall’Italia e dall’estero – archeologi, paleo antropologi, genetisti, biologi, geologi, speleologi, architetti, documentaristi – che racconteranno le proprie esperienze di ricerca, tutela e valorizzazione e apriranno un dialogo fra passato e presente, tra archeologia e nuove tecnologie digitali, per costruire il futuro della Grotta di Lamalunga e dell’Uomo di Altamura.
Tanti i fronti di ricerca: le ossa visibili dell’Uomo di Altamura sono numerose, in gran parte integre e prive di deformazioni o fratture e dunque dal loro studio, anche a carattere genetico, potrebbero aprirsi nuovi orizzonti di analisi per la storia evolutiva dei Sapiens, poiché la nostra specie interagì e si unì a quella neandertaliana e molti di noi conservano, nel proprio DNA, tracce di questa unione. Ma non basta: la posizione dello scheletro, incastonato nella calcite e avvolto da coralloidi, comporta attente valutazioni di carattere conservativo e rappresenta una sfida mai affrontata in altri siti; il Neanderthal di Altamura è un caso di analisi unico al mondo, proprio per il contesto in cui si trova e per le sue relazioni con la grotta. Un obiettivo di ricerca da qui ai prossimi anni sarà appunto la ricostruzione del rapporto tra questo Uomo e l’ambiente in cui visse e morì. Come giunse nell’abside? Vi arrivò in maniera volontaria per ripararsi, cadde all’interno o vi fu sepolto? Quali erano gli accessi alla grotta ai tempi in cui morì il Neanderthal e quando si occlusero? E ancora, da dove provengono i reperti animali trovati in grotta (500 resti datati all’incirca a 40.000 anni fa)? Inoltre, il Neanderthal viveva e faceva parte di una società di cacciatori-raccoglitori. Ma qual era il rapporto di questi gruppi con il territorio di Altamura, ricco di testimonianze del Paleolitico solo in parte esplorate e studiate? La Soprintendenza di Bari presenterà il programma delle ricerche avviate sia sulla grotta che sull’intera area sottoposta a vincolo archeologico (che comprende anche la Grotta delle Solagne cosiddetta della Capra).
Per la prima volta verrà applicata un'”Archeologia Globale” per la comprensione degli eventi naturali, archeologici e storico-culturali che hanno interessato il sito, mettendo in connessione la grotta con l’esterno; mondi diversi e impenetrabili oggi, dei quali si deve comprendere la percezione degli abitanti del territorio nell’antichità. Ricognizioni archeologiche in grotta, ricognizioni di superficie e indagini archeologiche dovranno stabilire le fasi di frequentazione della grotta, non solo nel periodo neandertaliano, ma anche in eventuali fasi più antiche o più recenti. Indagini geognostiche 3D indicheranno probabilmente fenditure e accessi che si sono chiusi nel tempo; attività di rilievo e modellazione 3D ad altissima risoluzione, effettuate grazie al coinvolgimento del Politecnico di Milano, e l’annesso progetto XR (extended reality) porteranno alla realizzazione di un gemello digitale, utile non solo alle attività di tutela – con la costante verifica delle condizioni microclimatiche dell’ambiente – ma anche allo sviluppo di un’App funzionale a studi da remoto e alla fruizione turistica.
Alle ore 18.00 del 3 ottobre, dopo la mattina dedicata ai laboratori per bambini, presso Palazzo Baldassarre (Altamura, BA) sarà inaugurata la mostra fotografica “Abissi del Tempo – La Grotta di Lamalunga / L’Uomo di Neanderthal”, coordinata dalla Soprintendenza in collaborazione con il Comune e la rete museale Uomo di Altamura: si tratta di un nuovo allestimento temporaneo, interamente dedicato al contesto carsico altamurano, in cui verranno esposte immagini inedite realizzate dal noto fotografo documentarista Paolo Petrignani.
L’iniziativa Abissi del Tempo è promossa di concerto con la Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura e vede la collaborazione dell’Istituto Centrale per l’Archeologia, del Segretariato Regionale del MiC per la Puglia, della Direzione Regionale Musei della Puglia, del Comune di Altamura e del Centro Altamurano Ricerche Speleologiche. Abissi del tempo è patrocinato dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia e da National Geographic Italia ed è sostenuto anche grazie al prezioso supporto di Natuzzi Italia e di Tenute Chiaromonte.