Milano, 20 set. (askanews) – Settembre è il mese di sensibilizzazione sui tumori del sangue e AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, linfomi e mieloma – ha lanciato campagne informative e di servizio per i pazienti e le loro famiglie per raccontare i progressi nella lotta a queste malattie. Nel 2022 è stato inaugurato il progetto “L’Ematologia di Precisione: la Ricerca non si ferma mai”, che ha approfondito, con il supporto di esperti ematologi, le nuove prospettive di cura per tre tipologie diverse di leucemia. Nel 2023 il progetto è stato ampliato con un focus sui linfomi, un gruppo eterogeneo di malattie che complessivamente in Italia colpisce ogni anno oltre 10.000 persone. E tra le nuove possibilità di cura un ruolo importante lo giocano le cellule CAR-T e gli anticorpi bispecifici.
“La CAR-T sono nate prima dei bispecifici – ha detto il professor Paolo Corradini, dll’Istituto nazionale dei tumori dell’Università di Milano – ma utilizzano lo stesso concetto, solo che per attivate i linfociti T del paziente anziché farlo legare a un anticorpo devono modificare geneticamente quel linfocita. Stiamo parlando di pazienti chemiorefrattari che sono guariti, perché abbiamo pazienti osservati per 5 anni nei protocolli, quindi ribadiamo che è una terapia che può guarire”.
Risultanze altrettanto significative, a livello di ricerca, arrivano anche dai bispecifici. “Abbiamo anche delle altre terapie – ha spiegato l’ematologo Pier Luigi Zinzani, dell’Università di Bologna – che sono sicuramente all’avanguardia, anche se un po’ più indietro dal punto di vista della ricerca, ma i primi dati sono molto significativi, e si tratta degli anticorpi bispecifici. Sono anticorpi monoclonali, quindi con tossicità praticamente assente, non si parla di chemioterapia, e ci sono pazienti che hanno fatto tre linee di terapia, e in precedenza non avevano ottenuto risultati o avevano avuto ricaduta, che hanno avuto una risposta completa di circa il 70%”.
Il messaggio che AIL vuole lanciare, insomma, è duplice: da un lato ribadire l’importanza della ricerca e il suo sostegno, dall’altro informare sulle nuove prospettive di guarigione che si stanno aprendo con i farmaci biologici. “Utilizzeremo questi farmaci in pazienti che sono ricaduti dopo un trattamento di chemio-immunoterapia classico di prima linea – ha concluso il professor Maurizio Martelli, dell’università La Sapienza di Roma – quindi abbandoneremo il trattamento con la chemioterapia e anche il trapianto di midollo per usare solo farmaci biologici. Quindi sempre di più i nuovo farmaci, l’immunoterapia, gli anticorpi bispecifici o le CART-T, avranno un ruolo principale nella cura dei linfomi indolenti nel paziente ricaduto e refrattario”.
E il mese della sensibilizzazione in un certo senso può diventare anche l’occasione per conoscere meglio l’ematologia di precisione.