Roma, 19 set. (askanews) – Negli italiani crescono la ‘paura verde e l’eco-ansia di fronte ai cambiamenti climatici, ma si fidano della agricoltura italian, visto che il 68,9% ritiene che essa sia in prima fila nella lotta al cambiamento climatico e che abbia un ruolo primario nell’affrontarne gli effetti e nel promuovere la sostenibilità ambientale. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis “L’agricoltura italiana che cambia nella sfida della sostenibilità”, presentata oggi a Roma nel corso del Forum Enpaia 2023.
Secondo la ricerca, per gli italiani proprio l’agricoltura è la chiave per trovare soluzioni durature nel tempo e di ampio respiro ai problemi ambientali. Questa è una convinzione che trova un consenso trasversale nei gruppi sociali, e in particolare è condivisa dal 58,8% dei giovani, dal 68,5% degli adulti e dal 75,1% degli anziani.
Insomma, gli italiani hanno ormai preso coscienza dei problemi legati al cambiamento climatico e nascono anche nuovi timori e paure, come l’ansia sociale legata alla molteplicità di eventi avversi di origine ambientale. Si parla di “paura verde” e di eco-ansia, fenomeni sociali che toccano il 47,3% degli italiani che valutano come più minacciosi rispetto al passato alcuni fenomeni ambientali.
In cima alle loro preoccupazioni, ci sono per l’81,4% lo scioglimento dei ghiacciai, per il 78,7% l’inquinamento dei mari, per il 77,4% i gravi eventi atmosferici avversi come bombe d’acqua o violente grandinate, per il 77,3% il dissesto idrogeologico, mentre per il 76,8% la minaccia della siccità o della scarsità di acqua potabile è l’emergenza maggiormente percepita. L’eco-ansia è trasversale ai gruppi sociali e mostra una elevata preoccupazione nel 57,6% degli anziani, nel 43,7% degli adulti e nel 41,3% dei giovani.
Dall’Osservatorio emerge poi come l’agricoltura italiana sia in costante trasformazione produttiva, e come le sue imprese (690mila) e i suoi addetti (834mila) abbiano attivato meccanismi virtuosi di adattamento ai cambiamenti climatici creando i presupposti per un’offerta di cibo sostenibile, sicura, accessibile che trova conferma negli acquisti delle famiglie.
Secondo la ricerca, l’80% dei beni primari consumati dalle famiglie proviene dall’agricoltura italiana, segno evidente che certifica la rilevanza economica e sociale che l’agricoltura esercita e rappresenta nel nostro Paese. Un ruolo centrale che viene esercitato anche a livello europeo collocando l’Italia al secondo posto nella graduatoria Ue sul valore aggiunto agricolo con oltre 37 miliardi di euro, pari al 16,7% del totale del valore aggiunto agricolo europeo. Anche in termini di produzione, poi, l’Italia con un valore pari a 71.158 miliardi di euro (13,3% del totale della produzione agricola europea) si colloca al terzo posto della graduatoria Ue superata solo da Francia (96.575 miliardi di euro pari al 18%) e Germania (74.535 miliardi di euro, 13,3%).