Milano, 14 set. (askanews) – I mari del pianeta stanno male, subiscono gli effetti sempre più impattanti delle attività umane: acidificazione, deossigenazione, inquinamento, trasporto marittimo, a cui si aggiungono la minaccia recente dell’estrazione mineraria in acque profonde, il cosiddetto deep sea mining e, soprattutto, la pesca industriale d’alto mare.
Sotto accusa, in particolare, i cosiddetti palamiti o palangari, attrezzi da pesca “distruttivi” con migliaia di ami ed esche che possono essere lunghi più di 100 km.
Per questo Greenpeace chiede di ratificare, al più presto, il Trattato globale sugli oceani per proteggere circa 11 milioni di km quadrati di oceano in più ogni anno, da oggi fino al 2030.
“Le ore di pesca in alto mare, in particolare, sono aumentate dell’8,5 per cento negli ultimi cinque anni – ha spiegato l’attivista Chris Thorne – questo significa che solo nel 2022, i pescherecci industriali hanno trascorso 8,5 milioni di ore a pescare in alto mare. Questa pressione è assolutamente insostenibile e sta spingendo i nostri oceani sull’orlo del collasso”.
L’indagine di Greenpeace “30×30: dal Trattato globale sugli oceani all’adozione di efficaci misure di protezione del mare” propone una roadmap politica per arrivare a proteggere il 30% degli oceani entro il 2030.
La scienza è chiara, ha detto Giuseppe Ungherese, di Greenpeace Italia, solo così daremo ai mari del pianeta la possibilità di rigenerarsi e prosperare.
Greenpeace ha collaborato anche con l’attrice Jane Fonda, l’attore Simon Pegg e la cantautrice Camila Cabello per produrre questo cortometraggio animato che racconta il viaggio di tre creature marine, intente a fuggire dalle minacce descritte nel rapporto, alla ricerca di un santuario nell’oceano.
Sul piano nazionale, il governo italiano si è già impegnato ufficialmente sul progetto “30×30” in occasione della conferenza sulla diversità biologica del 2022. Greenpeace Italia ha lanciato una nuova petizione con un appello ai ministri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e per la Protezione Civile e le Politiche del mare per chiedere un processo rapido di ratifica del Trattato globale sugli oceani.