Bologna, 7 set. (askanews) – La crisi innestata dall’inflazione sta deprimendo i consumi in generale. Quelli alimentari subiscono il colpo più pesante, con un calo quest’anno del 4,5% dopo una restrizione del 4% già registrata lo scorso anno. Numeri senza precedenti negli ultimi trent’anni. Lo ha ricordato il responsabile dell’Ufficio studi di Federalimentare, Luigi Pelliccia, a margine dell’incontro “Food Packaging: sostenibilità dei materiali per il confezionamento della pasta” organizzato a Sanatech, la rassegna internazionale della filiera produttiva del biologico e del naturale a Bologna: “il consumatore – ha detto – italiano risparmia sull’alimentare che era sempre stato un mercato stabilissimo e poi anche calmieratore”.
La pasta, che è il simbolo della dieta Mediterranea invidiata in tutto il mondo, gode di una posizione privilegiata. “E’ un prodotto di grandissima qualità, popolare, di grande tradizione, di immagine – ha proseguito Pelliccia -, costa poco, permette di sfamare una famiglia con poco, quindi è privilegiato in questo contesto perché ha le caratteristiche per venere incontro a un consumatore che cerca di risparmiare”.
Il settore agroalimentare, mentre deve far fronte all’aumento dei prezzi di materie prime ed energia, è obbligato a ripensare a pratiche e modelli di produzione in un’epoca di cambiamenti ambientali. Come è emerso a Bologna nel corso di Sanatech dove hanno fatto il punto gli imprenditori del settore, dagli agricoltori ai ristoratori, dagli operatori logistici a quelli del packaging e della distribuzione. “La pasta – ha spiegato il segretario generale Pastai di Unione Italiana Food, Luigi Cristiano Laurenza – è un prodotto naturalmente sostenibile dal campo alla tavola, è uno dei prodotti più sostenibili in assoluti, lo abbiamo misurato attraverso dei metodi di calcolo validati dalla Commissione Europea e a maggior ragione stiamo ora ragionando e stiamo facendo dei passi da gigante anche sul piano del packaging”.
Per affrontare la transizione ecologica e la sostenibilità le imprese agroalimentari chiedono prima di tutto regole certe ai legislatori. “Sicuramente – ha detto il responsabile dell’Ufficio studi di Federalimentare – ci vogliono delle normative che facilitano questa transizione, la possibilità di avere finanziamenti agevolati per gli investimenti green, proprio per evitare di annegare in un momento come questo in cui gli utili sono in fase di erosione, di diluire gli investimenti di futuro, green di futuro pur di salvaguardare l’economia dell’azienda”. Dello stesso parere è Laurenza: “Le imprese chiedono intanto al legislatore dell’Unione Europea chiarezza sui paletti da rispettare e certezza del diritto. Chiedono anche un sostegno convinto alle istituzioni e poi ci metteranno del loro sicuramente come sempre hanno fatto per perseguire per questo percorso virtuoso”.
Le imprese della catena alimentare – come è emerso a Sanatech – si stanno già attrezzando avviando una forte razionalizzazione delle attività anche con l’utilizzo di software, droni e Intelligenza artificiale. Con i supporti necessari, sapranno fare il loro lavoro come sempre hanno fatto.