Venezia, 1 set. (askanews) – “Oggi a Conegliano andiamo a realizzare un nuovo complesso ospedaliero per un valore di oltre 55 milioni di euro, 288 posti letto, 28 mila metri quadrati di estensione complessiva. L’edificio sarà specificatamente dedicato alle emergenze e alle urgenze quindi al nuovo pronto soccorso e alla terapia intensiva ma ospiterà anche l’area Materno infantile e molto altro ancora. Diamo compimento a un progetto che abbiamo pensato e disegnato negli anni ma che non riguarda solo questa struttura bensì molte altre realtà. Questa Giunta, infatti, ha iniziato a lavorare in una regione che aveva 68 ospedali e la riconsegnerà alla fine con lo stesso numero. Ma non sono quelli di prima, sono stati sempre aggiornati e riqualificati, con interventi importanti come questo”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, è intervenuto oggi all’Ospedale di Conegliano (Treviso) per la posa della prima pietra del padiglione Emrgenze e Urgenze. Il Governatore è stato ricevuto dal Direttore dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, Francesco Benazzi. Erano presenti, inoltre, l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, il sindaco di Conegliano, Fabio Chies, numerose autorità e primi cittadini del territorio. Il nuovo cantiere è stato benedetto dal vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo.
“Stiamo dando ancora più spessore a un polo ospedaliero – ha aggiunto il Presidente, ringraziando tutto il personale – cosa che facciamo in tutta la regione anche con un investimento di circa 70 milioni all’anno in tecnologia di ultima generazione. La sanità veneta, ha una pianta organica di 60.000 operatori a vario titolo dei quali 12.000 medici. Grazie ad essi eroga 60 milioni di prestazioni sanitarie all’anno, alle quali si aggiungono 2 milioni di accessi al pronto soccorso. C’è una sanità ante Covid e una post Covid e con grandi sforzi stiamo recuperando anche sulle liste d’attesa conseguenza del rallentamento della pandemia. La vera soluzione è quella di riuscire ad assumere 3.500 medici che ci mancano nel Veneto e che non ci sono sul mercato”.
“Nel frattempo non è che siamo stati con le mani in mano – ha sottolineato Zaia -. Abbiamo assunto 3500 persone dei quali 350 medici, ma non bastano. Abbiamo oggi professionisti settantenni che non vogliono andare in pensione e l’unico modo che la legge consente loro di lavorare è rivolgendosi al privato. Io sono per libero mercato ma no se si gioca ad armi impari. Da un lato, infatti, c’è un mercato che non ci da il numero necessario di medici dall’altro ci sono leggi che consentono ai pensionati di andare a lavorare in strutture private ma non nelle nostre”.